
Nel mio paese c’erano, e ci sono tuttora, un cospicuo numero di bar orrendi, compreso il Bar Sport, sì, proprio come quello di Stefano Benni, con l’immutabile vetrina delle paste in gesso e la clientela fissa avvitata agli sgabelli.
Nei bar brutti ho conosciuto ogni sorta di tremendo personaggio subumano, imparando fin dalla più tenera età che il mondo è bello perché è AVARIATO.
Nei bar brutti di paese si può trovare:
Il Noto Alcolista: questo personaggio dall’aroma pungente di ascelle e Campari, con una lieve nota di tabacco e rutto, staziona tutto il giorno negli immediati dintorni del bar, sperando di trovare qualcuno che gli offra un bianchino o una bella “bicicletta” (dalle mie parti, una mistura letale di Campari e bianco qualità “aceto”). Si ricicla spesso come intrattenitore, animando con frasi sconnesse e rigurgiti le partite di briscola chiamata e scopone scientifico.
I Vecchi Spilorci: per non pagare il riscaldamento in casa, stanno al bar dalle 7 del mattino fino a orario di chiusura, consumando, nell’arco delle 14 ore, un solo caffè che spesso viene segnato su un fantomatico conto. Si nutrono principalmente di noccioline e bustine di zucchero e monopolizzano i quotidiani locali, le pagine sportive e la Gazzetta, ignorando orgogliosamente tutto il resto della carta stampata.
I Gamblers: che si tratti di briscola, scopa o merda i giocatori compulsivi non conoscono limiti. Sono sempre lì, livorosi, schiumanti, a sbattere le loro DelMonte sul tavolo con inaudita violenza, pronti a prendere a calci le sedie in caso di scorrettezze da parte degli avversari. La loro valuta è il bianco sporco, i loro sanguinosi match sono conditi da blasfemie raccapriccianti e scatarrate multicolori. La versione del gambler 2.0 è il Maniaco delle Macchinette, quell’individuo di età, sesso e ceto molto variabile appolipato al video poker con sguardo vacuo.
Il Tamarro: profumato come Cleopatra, i capelli scolpiti in un’impalcatura ingellata dal sapore postmoderno, inguainato in un “ginz” di due taglie più strette e luccicante di monili e abbronzatura, il tamarro da bar siede in posa semireclinata alla Caccamo, gambe larghe e sigaretta accesa. Si muove in branco e cerca di attirare le femmine della sua specie sputando, facendo suonare il cellulare ultimo modello ed emettendo il caratteristico richiamo: “Ooooooooh, bella”.
Il Forestiero: entità di passaggio, che sia un “commesso viaggiatore” o un parente in visita, entra nel bar con la scusa di un caffè perché in realtà deve fare la pipì. E subito diventa oggetto di sguardi minacciosi e di sussurri insistenti. Ci si interroga sulla sua identità, si ipotizzano improbabili legami: “a me mi sembra il figlio della Marisa…quello che una volta era drogato e l’han portato alla comunità…però assomiglia anche al Piero…quello che suo figlio era andato in Brasile a lavorare…si capisce che poi è fallito, poveretto, d’altronde chi lascia la strada vecchia per la nuova…”. Il dibattito sull’identità dello sconosciuto può durare anche diverse ore, ma poi finisce inevitabilmente per concludersi: “Ma no, è un foresto”.
Il Marocchino: che sia senegalese, pakistano o laotiano, poco importa. Qualunque soggetto di nazionalità straniera si presenti al bar con degli articoli di contrabbando da vendere (fazzoletti di carta, accendini, rose, inutili congegni grottescamente illuminati) verrà comunque etichettato come marocchino e gli saranno rivolte frasi benevole del tipo: “Uè vucumprà, vuoi un bianchino? Ah no che te s’è drè fa el Ramadan…vuoi un panino col prosciutto? Ah no che Maometto poi si incazza”.
Il Necroforo: in ogni paese che si rispetti esiste questo personaggio che ogni mattina fa il suo ingresso al bar (meglio noto come “caffè”) recando seco il bollettino dei morti della notte precedente. Il Necroforo in virtù di qualche sconosciuto potere sa sempre chi è morto, dove e perché: ha inoltre il potere di comparire dal nulla quando suonano le campane da morto per chiarire immediatamente l’identità del defunto. Generalmente è anche molto informato sulle questioni ereditarie e sulle possibili faide famigliari.
Questo è solo un piccolo campionario dei personaggi inquietanti e misteriosi che si possono trovare negli oscuri bar di paese. Questa è anche (per pura coincidenza) la settimana del Bar Brutto. Raccontateci i vostri aneddoti legati ai bar schifosi. Fateci scoprire i personaggi più terrificanti dei vostri bar. E soprattutto mandateci le foto dei bar più brutti, squallidi, luridi, patetici, grotteschi, imbarazzanti che riuscite a trovare o postateli sulla nostra nuova pagina FB Il bar schifoso. I più likati (che orrendo verbo giovanilistico, da non usare assolutamente nei bar schifosi) vinceranno dei biglietti per gli spettacoli di GIOVIO 15! Vi aspettiamo, più orrendi che mai.