
In balia di un clima pazzo, tra acquazzoni, tempeste di vento e branchi di orsi polari, incontri surreali e momenti di puro delirio lynchiano hanno accompagnato la mia permanenza sulla Croisette.
Di tanti preziosi ricordi che serbero' per sempre, ne voglio condividere due.
L'incontro con James Franco.
Dovete sapere che io odio, aborro, detesto, ripudio James Franco. Non sopporto il suo sorrisino rugoso con quegli occhietti iniettati di malignita', la sua epidermide mista tendente al grasso, il suo collo taurino e le sue velleita' autoriali che lo portano a infilarsi in ogni Festival possibile e immaginabile con i suoi film da attore e regista. Anche al Busto Arsizio Film Festival probabilmente ci sono in programma almeno 4 film di/con/su James Franco. Inoltre fa lo scrittore, l'insegnante, lo studente universitario compulsivo, il poeta e il tornitore. Insomma, come la musica balcanica ha rotto i coglioni.
Ebbene, l'altra sera mi trovavo a un party (a lavorare, mica penserete che sia sulla lista degli invitati glamour) e chi mi passa esattamente sui piedi? James Franco. La voglia di prenderlo a schiaffi e' stata momentaneamente domata, tornando prepotentemente subito dopo, quando l'ho visto quasi negare una foto a una sua fan, facendo versi da minorato mentale e nascondendosi dietro una sua amica alta due metri. Respirando zen e ricordandomi che ero in veste professionale, gli ho voltato signorilmente le spalle. Ma ecco che poco dopo ho avuto l'occasione di ucciderlo con una gomitata in nuca. Sono stata fermata. E proprio mentre mi rammaricavo di questa oppurtunita' perduta, sento dire: "Dobbiamo mandare fuori i dolci. James Franco ha fame". Mi volto e me lo trovo a un metro che mi fissa col suo ghigno fastidioso. Allora mi sono vendicata: gli ho fatto una smorfiaccia. Si, ho fatto una smorfia schifata a James Franco. Cosi impara, ecco.
Il vicino putrefatto
Da una settimana nell'appartamento di fronte al nostro sentiamo ululare un cane giorno e notte. Ogni volta che entriamo e usciamo, la bestia si sgola, urla, insiste in un abbaiare senza fine. Noi pensiamo, ovviamente: "cane di merda" e continuiamo imperterriti la nostra vita da festival.
Senonche' ieri sera mi trovavo in casa da sola, attendendo il critico che era a una proiezione. Pulisco casa, mi doccio, preparo una cenetta romantica, il tutto al ritmo del cane dirimpettaio che latra come un pazzo. "Che strano, in un condominio nessuno si lamenta di sta bestiaccia", penso ingenuamente. All'improvviso un vociare sul pianerottolo. Saranno amici dei padroni del cane. Che conversano. Per mezz'ora. Sul pianerottolo. Il cane impazza dietro la porta chiusa. Poi si ode un tonfo tipo dinamite tnt nei cartoni di Wyle E. Coyote. Guardo dallo spioncino. Sul pianerottolo ci sono quattro uomini della Swat col vicino rompiballe del piano di sotto. Stanno abbattendo la porta e liberando il cane. Che latrava da una settimana perche' rinchiuso in casa. Con un padrone presumibilmente defunto. Tutto questo non si accorda molto con la mia cenetta romantica.
E questo e' il mio Festival di Cannes 2013. Perche' non vi ho parlato dei film, dite? Perche' non ne ho visti. Au revoir!