

Detta anche “il film da mestruate”, la possiamo seguire con un occhio solo, tanto sappiamo già che Lui e Lei a 20’ si baceranno, a 30’ tromberanno, a 45’ si lasceranno e alla fine si sposeranno. Preferibilmente scegliete una commedia stagionata con Hugh Grant, la sua espressione stolida e il suo ghigno equino vi faranno sentire meno stupidi di lui.
Il consiglio: visto che ci avviciniamo a Natale, vi consiglio Love Actually, il mio film da mestruata per eccellenza. C’è Hugh Grant, ovviamente, ma anche Alan Rickman, Colin Firth e Bill Nighy che si sbronza in diretta TV.

Avete presente quei tremendi thrilleroni, spesso teutonici, che andavano in onda a fine anni Novanta su Rai 2 il sabato sera? Quelli dove la protagonista, pettinata con il casco a vapore del Postal Market e con le spalline di Jason Vorhees nel cappotto blu Capitan Findus, incontra un mascellone con la brillantina che sembra il cugino bello di Jerry Calà in Yuppies ma poi in realtà è un pericoloso maniaco stupratore? Oppure quelli in cui la vicina di casa che offre deliziose crostate fatte in casa tesse subdole trame per rapire i bambini dei nuovi venuti nel quartiere e rivenderli al mercato dei reni a Manila? Tranquilli, tanto alla terzultima inquadratura il cattivo sembra morto, alla penultima si rialza minaccioso e all’ultima muore davvero, mentre i buoni si abbracciano piangendo.
Il consiglio: Un pensiero a tutte le neomamme amiche del blog. Guardatevi La mano sulla culla.

Avevamo già parlato del fascino dei film brutti qui. E anche se è più divertente gustarseli con gli amici altrettanto ignoranti mangiando chili di orsetti gommosi annegati nel Fernet, i film ignoranti possono essere degli ottimi compagni di stiraggio. Tra un peto e un rutto, una pacca sulle chiappe e una pozzanghera di cacca, la montagna di vestiti si assottiglierà senza che voi ve ne accorgiate. Particolarmente indicate le commediacce all’italiana che piacciono tanto a Tarantino e le vanzinate anni ’80.
Il consiglio: a seconda dei vostri gusti, potete preferire un Boldi e De Sica d’annata o un Pozzetto vintage, un Montagnani-Vitali con retrogusto di tetta affumicata o un Bombolo barricato. Per gli amanti dell’esotico, non disdegnerei un assaggio der Monnezza (Tomas Milian, lo ricordiamo, è cubano). Una sonora schifezza con un cast parecchio significativo è ad esempio Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande (Lino Banfi, Pippo Franco, Edwige Fenech, ci sono tutti) ma l’offerta è molto varia.

Malattie terminali, catastrofi naturali, sciagure di vario genere. Dalla A di Aids alla Z di Zitellaggio non ci si fa mancare niente in un bel dramma da domenica pomeriggio. Quei bei film di una volta del ciclo “L’ultimo desiderio”, ad esempio, in cui bambini malati di cancro e pelati come ginocchia vogliono incontrare Joe di Maggio prima di morire. Io li guardavo dopo che mi avevano tolto le tonsille e rantolavo pietosamente: “La mia ora è venuta”, mentre i miei, dolci e comprensivi come sempre, mi additavano sghignazzando. Oppure quei bei disaster movies tipo Alive: sopravvissuti, in cui i superstiti di un incidente aereo banchettano con i resti dei loro compagni. Il rischio è di lacrimare copiosamente sulle camice rovinando il lavoro dell’intera giornata. O di vomitarci sopra, a seconda della vostra sensibilità.
Il consiglio: direttamente dal reparto traumi infantili, Papà ho trovato un amico. Memorabile la scena in cui un bolso Dan Aykroyd rivela alla figlioletta che il suo piccolo amico è stato punto dalle api e, quando lei chiede come stia, risponde piangendo: “Sai…ce n’erano troppe”. Hey ma cosa fate?!? Via quei fazzoletti, l’amichetto era Maculay Culkin e tutti abbiamo sognato di vederlo morto negli anni Novanta!

Lo so, non è un film. Ma volete mettere il piacere sadico di ascoltare le tristi storie di vecchini scomparsi nel parcheggio dell’ipermercato mentre piegate il tallieur del lunedì?
Il consiglio: se stirare vi ha annoiati molto, potete risollevarvi chiamando in trasmissione e facendo false segnalazioni. Abbiate però cura di infilare la testa in una conca di rame, fasciarvi con un asciugamano, infilarvi una patata in bocca e imitare l’accento svedese. Fantozzi docet.