
Ci dicono che nel futuro
Le fonti di cibo più scarse saranno
Per l'uomo che vive nel mondo rotondo
Che gira, che gira
Che gira, che gira e che mai si fermerà
E allora ricorso farà
A ciò che egli secernerà
E un silos d'amor riempirà
Serbando
i capperi, il muco, il bianco della lingua, il catarro, il sudore, lo sporco in
mezzo alle dita dei piedi
Il tartaro, il pus, le cacche delle ciglia, la formaggia, il cerume, il mestruo,
la pipì e la pupù.
Elio e le Storie Tese
C’erano una volta le care e dolci groupie, giovani (e meno giovani) donne con l’hobby di vedere da vicino parti del corpo delle celebrità che generalmente non appaiono su Rolling Stone e Vanity Fair o, nel caso di Cynthia Plaster Caster, di farne calchi in gesso, da vendere sulle bancarelle insieme ai segnatempo che cambiano colore.
Le groupie si accampavano fuori dagli alberghi o dai locali frequentati dagli idoli del rock, del basket, del Pdl e del cinema, offrendo spontaneamente le proprie grazie ai loro beniamini, che di solito accettavano con riluttanza, giusto per educazione e per non fare la figura degli snobboni.
Oggi se qualcuno insegue un VIP con intenzioni più o meno sconce rischia di essere condannato per stalking, oppure di diventare Onorevole, a seconda dei casi. Curioso anche notare come, se in America a essere oggetto di attenzioni morbose da parte dei fan sono gli attori e le attrici più glamour (da Uma Thurman a Catherine Zeta-Jones), in Italia persino la follia è pervasa da una certa tristezza: le vittime di stalking più famose sono Michelle Hunziker, la Pausini e Flavio Insinna. Sì, quello di Don Matteo che va a fare la messinpiega all’autolavaggio: sospetto che si perseguitino tra di loro, per essere compatiti da Alfonso Signorini. Comunque sia, per un individuo che appartiene alla squallida normalità, riuscire a farsi notare da una celebrity non è affatto facile: dopo aver provato a intrufolarsi clandestinamente nei party esclusivi, a travestirsi da giardiniere messicano e a riempire la piscina del proprio idolo di pantegane, non stupisce affatto pensare che il passo successivo possa essere la minaccia di morte.
Eppure ci sono modi ben più originali, cari amici ossessivi, di attirare l’attenzione del vostro VIP del cuore. Per esempio, si potrebbe fare irruzione nella palestra dove si sta allenando e lanciargli addosso un rasoio incrostato dei propri peli pubici. No, non applauditemi, questa inarrivabile trovata purtroppo non è merito della mia sagacia, ma della realtà che supera la fantasia: perché è quanto è capitato al granitico Hugh Jackman pochi giorni fa.
A me pare un ottimo metodo: intanto non si spreca il rasoio usa e getta, che vive una seconda vita gloriosa e in un momento di crisi come questo evitare gli sprechi deve essere il diktat. Sicuramente il VIP in questione si ricorderà di voi per sempre e diventerete voi stessi famosi, soprattutto in questura. Infine, ogni donna moderna sa benissimo che una delle rotture infinite della depilazione è pulire il bagno dai residui piliferi che si infilano ovunque: raccogliendoli diligentemente per farne omaggio al vostro mito prenderete due piccioni con una fava.
Perciò mi raccomando: la prossima volta che vi depilerete (vale per uomini e donne, tanto ormai la metrosessualità dilaga più degli zombie nei film di Romero) serbate accuratamente il residuo della vostra opera per il momento più propizio in cui il destino vi farà incontrare il personaggio dei vostri sogni. Con una pioggia di peli pubici vi assicurerete l’immortalità.
Nella foto: Camilla stalka Jimmy Page nel 1972.