
A me l'Ovomaltina non e' mai piaciuta. Arrabbiarmi, in compenso, mi piace moltissimo.
Camilla furiosa si trasforma in zombie
E devo dire che sono fortunata perche', grazie al meraviglioso mondo dei Social, posso perdere le staffe due, tre, anche dieci volte al giorno, biliosamente, per lo più con degli sconosciuti che non vedro' mai in vita mia. Ma e' più divertente che lanciare le scarpe a Berlusconi quando compare al Tg2: prima di tutto perche' non si producono danni materiali e poi perche' si puo' amabilmente litigare. Berlusconi purtroppo non mi risponde. Ma i miei nemici su Facebook si!
Pensateci bene: a cosa servono i Social? Dal momento che abbiamo capito che la socialita' non c'entra un piffero. A marpionare? In parte. A spettegolare? Sicuramente. A mettere in piazza i fatti vostri, come da Magalli? Senz'altro. Ma soprattutto, i Social servono ad arrabbiarsi e litigare.
Una zuffa sui Social e' un evento mondano imperdibile, economico e che ha il vantaggio di non richiedere un outfit particolare: si puo' parteciparvi in tuta, senza neanche dover fare la messa in piega. Eppure intrattiene, diverte, cementa le amicizie alleate saldamente nella condivisione di un punto di vista e rinfocola gli odi. Molto più di un party al Billionaire o di una visita di Bush Jr. in Israele.
Un piccolo vulcano inizia a smottare dentro di noi quando vediamo uno status o un tweet che non condividiamo, magari polemico o, peggio, ironico: il magma comincia a ebollire lentamente, la lava biliosa risale strisciando lungo l'esofago fino al cervello ed erutta finalmente in un COMMENTO SARCASTICO.
"Gliel'ho detto IN FACCIA", gongoliamo e poi premiamo compulsivamente il pulsante dell'aggiornamento sperando che l'avversario risponda piccato. Aspettiamo che le fazioni degli amici e dei nemici si schierino, portando caos nella bagarre, mescolando le acque.
"Ne ho in serbo una cattivissima!" Sibiliamo e via cosi per ore, giorni, autocompiaciuti del nostro sarcasmo tagliente ci bulliamo con il fidanzato. "Vai un po' a vedere cosa gli ho DETTO, a quel cretino!"
Il punto e' che quello virtuale rischia di essere l'unico sfogo che ci rimane. A dire le cose in faccia sul serio, nella vita, si rischia ormai troppo: licenziamenti in tronco, coltellate in pancia e persino querele in tribunale. "Lei e' un birbante!" diciamo a quello che ci ha tagliato la strada rischiando di ucciderci, che replica: "Ho la sua targa, la denunzio per vilipendio a me!". Facciamo il gesto dell'ombrello a un camionista che non rispetta lo stop e quello ci insegue tre giorni come in "Duel", cercando di gettarci in un crepaccio. Mandiamo a catturare i topi, con garbo, la signora di sopra che ci chiede di abbassare, con sgarbo, lo stereo e quella ci tira una bacinella di urina tiepida in testa. Insomma, non c'e' equilibrio tra azione e reazione. Ma la gente ha pur bisogno di sfogarsi un po', di battibeccare, di discutere, di dialogare, anche incivilmente, senza incorrere in rischi penali o pericolo di morte.
Per fortuna ci sono i Social. Li si che si puo' far polemica in santa pace. Non siete d'accordo? Se non siete d'accordo siete degli imbecilli e abbiate il coraggio di dirlo! Proprio qui, avanti! Commentate, dai!