
Come sulla Settimana Enigmistica, troviamo le differenze per non rischiare di votare Calderoli, traviati dalla sua innegabile somiglianza con Ralph Spaccatutto.
Nella foto: Camilla shokkata dopo aver letto in anteprima chi ha vinto gli Oscar. O le elezioni.
In entrambi i casi, sarà pieno di attori, comici, transessuali, figuranti e donne senute di dubbia moralità, ma mentre in un caso l'Oscar si è dimesso, nell'altro rimane l'obiettivo principale dei partecipanti alla serata.
Mentre a Hollywood quest'anno si parla molto di abolizione della schiavitù e diritti degli afroamericani con Lincoln e Django Unchained, qui da noi c'è chi i neri li compra per farli giocare nel Milan e guadagnare dei voti. Alla faccia del Presidente Lincoln e dell'abolizionista Schultz.
Ricordiamo che Les Misèrables è sia il titolo di un musical in lizza per alcune statuette, tra cui quella a miglior film, che la descrizione succinta delle condizioni degli italiani oggi.
Inizialmente Beppe Grillo avrebbe dovuto presentare la cerimonia di premiazione e Seth MacFarlane, il creatore dei Griffin e regista di Ted, candidarsi col Movimento Cinque Stelle: ma il comico genovese si è rifiutato di entrare al Kodak Theatre perché terrorizzato dai giornalisti. Secondo alcune indiscrezioni questa sua idiosincrasia è dovuta alla convinzione che le fotografie e le telecamere televisive gli rubino l'anima.
Tra le candidate a miglior attrice protagonista c'è la sciaradica Quvenzhanè Wallis, tredici anni, protagonista dell'incantevole Re della terra selvaggia. “Sono contenta di fare questo mestiere”, ha riferito alla stampa, “ma se mi va male potrei sempre venire in Italia a fare l'igienista dentale. Dicono che si guadagna bene”. Invitiamo la Wallis a non indugiare, presto potrebbe essere troppo vecchia.
In lizza come miglior film c'è anche The Master, di Paul Thomas Anderson, liberamente ispirato alla storia di Formigoni e del faccendiere Daccò. Il protagonista Philip Seymour Hoffman ha detto: “La cosa più difficile di questo ruolo sono state le camicie. Roberto non ha voluto rivelarci dove le compra e così le abbiamo dovute dipingere con gli Uniposca”.
Grande sostenitore del PD, Tommy Lee Jones ha donato la parrucca che indossa in Lincoln a Pierluigi Bersani. “Dobbiamo fare qualcosa per attenuare la sua somiglianza con Gargamella, è veramente imbarazzante”, ha dichiarato l'attore.
Pierferdinando Casini, il George Clooney di casa nostra, ha detto che in caso di sconfitta farà domanda per diventare controfigura ufficiale del celebre divo. “See ti piacerebbe” è stata la laconica e lacustre risposta di Clooney da Bellagio. Secondo fonti non confermate avrebbe fatto anche il gesto dell'ombrello.
Tra i film in corsa c'è Vita di Pi-rla, storia di un leghista che rimane bloccato su un gommone al largo con una tigre Tamil, cioè un profugo ribelle dello Sri Lanka. I due impareranno a sopportarsi vicendevolmente nel nome della reciproca tolleranza, finché la tigre Tamil, stufa di sentire cazzate sventrerà il leghista con il machete.
Secondo un tabloid americano, Joaquin Phoenix, candidato per The Master, e Antonio Ingroia frequentano lo stesso spacciatore.
Un grande “in bocca al lupo” a tutti gli attori e i registi in corsa per l'ambita statuetta viene infine da Mario Monti, ex-capogruppo della filodrammatica bocconiana “Monti Python”.
“Erano bei tempi quando abbiamo fatto esplodere Giuliano Ferrara ne Il senso della vita”, ha ricordato nostalgico.
Il nostro consiglio spassionato per questo weekend è di estrarre dal materasso i vostri ultimi risparmi e correre dai bookmakers più malfamati: che puntiate sul bipolarismo, il centrismo, Spielberg, la Bigelow, Hugh Jackman, i partitelli, the show must go on.
Forse.
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