
In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti delle dipendenze, per citare il Maestro Battiato. Come se non bastassero la crisi, l’inquinamento, le minacce di Kim Jong Un, lo strapotere di Peppa Pig e tutti gli altri mali che caratterizzano il nostro tempo disperato, la gente si crea anche le dipendenze. E non è più come una volta, che uno al massimo era dipendente da eroina, una cosa semplice, lineare, anche piuttosto romantica. No, adesso si è dipendenti dal videopoker, da World of Warcraft, dai panini del McDonald’s dai messaggini di What’sApp. Qualsiasi cosa mercificata, dagli smalti di Kiko a 2 euro l’uno alla serie di leggins di jeans di Goldenpoint può generare dipendenza (ogni riferimento all’autrice di questo post è puramente casuale). E anche qualsiasi cosa gratuita (o no) che abbia uno spazio online: i social network, le chat, le donne nude, i siti di amanti dei porcellini d’India…tutti portano con sé un enorme bagaglio di disadattati che hanno sviluppato una dipendenza patologica.
Si è generata una vera e propria industria anti-dipendenze, con specialisti, centri dedicati e biechi individui che scrivono spettacoli sulle dipendenze o girano film sul tema, per sensibilizzare l’opinione pubblica. (Ogni riferimento ad autori di questo blog è puramente casuale). C'è da dire che, oltre al lato tragico e drammatico, a volte le dipendenze contemporanee si rivelano anche fantasiose e divertenti.
Io, per esempio, sono dipendente dalle bolline di plastica della carta per imballaggi, altresì nota come Pluriball e tecnicamente denominata carta scoppiettina. Potrei passare giornate intere a scoppiare le bolle con un metodico “tac”, ripassando anche tre volte le dita per essere sicura di aver eliminato tutta l’aria. Sono anche dipendente dal mio primo pupazzo, che risponde al nome di Charlie Qua: una volta era un’anatra, ora ha l’aspetto di un calzino spelacchiato. Ebbene, ogni volta che vado a casa dei miei genitori, come prima cosa mi fiondo in camera, lo recupero e lo degusto un po’. Per la notte me lo metto sugli occhi a mò di mascherina. Non potrei dormire senza.
Un’altra dipendenza che ho recentemente sviluppato è quella da toast, di cui mi nutro ossessivamente appena posso. Inoltre, non posso restare insensibile davanti a un punto nero: che sia sulla mia pelle o su quella altrui, devo estrarlo al più presto e con grande spargimento di sangue.
Piccole ossessioni che ci rovinano la vita quotidiana, portandoci a pensare compulsivamente solo a quella cosa in particolare (“sì d’accordo questo film è interessante, ma accidenti, quel punto nero che ha sulla guancia…è così nero che basterebbe una piccola pressione…no, devo seguire il film…ma guardalo, sembra un vulcano sul punto di eruttare”, tratto da una drammatica testimonianza).
Anche voi, siamo sicuri, siete pieni di dipendenze. E noi vogliamo aiutarvi, non a sconfiggerle (ci mancherebbe, il mercato è saturo di professionisti) ma a farle fruttare!
Confessateci la vostra dipendenza! Le cinque storie più divertenti, disgustose o miserande, a insindacabile giudizio dell’Associazione Giovio15, vinceranno due biglietti per “Solo per oggi”, il nuovo spettacolo di Francesca Sangalli in scena al Teatro Out Off dal 10 al 15 giugno.
Una tragicommedia che racconta di un vuoto, il nostro. Della necessità di colmare un'assenza. Una mancanza che fa avere paura di vivere, che non fa crescere, che non fa vivere sereni. In questo spettacolo due giovani donne, Viola e Serena, si imbattono in tanti personaggi, ognuno con la propria assuefazione, ognuno con il proprio recupero. Cercheranno di vivere le loro prime 24 ore senza la loro addiction. Le dipendenze qui raccontate non hanno limiti e, il più delle volte, sono vere.
Ma sono sicuramente meno fantasiose delle vostre! Dalle dita nel naso ai semafori, al fare stalking su Facebook agli ex compagni del liceo, dallo sfogliarsi le doppie punte a lezione, al collezionare piume di piccione. Mettetevi a nudo qui su Giovio15 e approfittatene per venirci a incontrare in teatro GRATIS! Io sono quella con la carta scoppiettina in mano.