
di Kamo
Pasquetta. Il giorno dell’anno consacrato da ogni Italiano Medio che si rispetti al sacro fuoco della griglia. Se l’I.M. a Pasquetta non griglia, e non compensa almeno con una gita Fuori Porta, la sua vita perde immediatamente di significato. Le giornate gelide, uggiose e raccapriccianti come quella di ieri rappresentano un fugace ma consistente motivo di gioia per quelli che come me detestano le grigliate: mentre agonizzavo sul divano tra un pisolino e l’altro arrotolandomi nel plaid di Winny the Pooh come una lonza nel bacon, pensavo malignamente a tutti quei poveretti intenti a far asciugare la carbonella sotto le ascelle per approfittare di quei quindici secondi di sole per tentare di cuocere una mezza salamella.
Il mistero della grigliata ha sempre esercitato su di me quel misto di fascinazione e repulsione che l’essere umano prova alla vista, ad esempio, di un feto bicefalo: non riesco a capirne il significato, eppure mi affascina.
Alla grigliata di Pasquetta partecipano in genere i seguenti individui:
1. Il mastro grigliaio. Costui è il più sfigato di tutti, perché passerà la giornata avvitato alla griglia, nero come lo spazzacamino Bert, a fornire salsicce e costolette per tutta l’allegra brigata. Quando, sull’orlo di un collasso psicofisico, disidratato e agonizzante, si siederà finalmente per mangiare, constaterà che: a) da mangiare è rimasto solo mezzo sacco di carbonella b) da bere è rimasto solo l’olio delle melanzane grigliate c) sono tutti ubriachi marci d) da mastro birraio verrà retrocesso a mastro vomitaio: essendo l’unico sobrio, dovrà provvedere a prestare soccorso medico ai suoi amici.
2. Il Joebastianich. Un fastidioso e inetto individuo con le ganasce in moto perpetuo che, sputazzando sentenze e pezzi di carne sugosa, affiancherà il mastro grigliaio criticando ferocemente ogni sua mossa. “Ma nooo! L’olio va spennellato a crudo! Cosa fai? Il sale grosso si mette all’ultimo altrimenti la carne diventa troppo asciutta! Lo sa anche mia nonna che al posto dell’alloro è meglio il rosmarino”. In genere finisce trafitto al cuore da uno spiedo.
3. La vegana. Solitamente è la ragazza di qualcuno o l’amica di un’amica: insomma, non ha diretta connessione con il gruppo, che non l’ha mai vista, e tuttavia non dimostra remore nell’esternare il suo profondo disprezzo per tutti i presenti, mangiacadaveri, assassini, ignoranti, menefreghisti e pervertiti. “Non lo sai che per allevare la mucca del tuo hamburger viene utilizzata una quantità d’acqua pari a quella utile per dissetare il MALI?” Dice arricciando il naso. “Oltre a uccidere degli innocenti, ti stai riempiendo il sangue di ANTIBIOTICI”. A chi, compassionevole, prova offrirle un tomino, risponde disgustata: “Ah per carità, no, grazie, io non mangio latticini, vale a dire che mi tutelo dal colesterolo, dal cancro, dalle malattie cardiovascolari e dai punti neri. Adesso scusami, vado a succhiare rumorosamente una radice mentre prego il dio Ganesh di mandare la pioggia per spegnere la vostra immonda griglia”.
4. Il giocoliere. Un immancabile fricchettone di 15 chili che a metà pomeriggio, sprezzante delle temperature, si mette a torso nudo e pantaloni di juta e dopo essersi fumato sei canne inizia a far girare le bolas come un pazzo o a camminare sulle mani. In genere finisce a limonare con la vegana.
5. L’ubriaco. A mezzogiorno e cinque sta già seccando la prima cassa di birra del discount. Alle due del pomeriggio è completamente fuori controllo e insegue la gente mulinando salsicce e spruzzando ketchup nell’aria. Alla vista della sua maglia imbrattata di rosso penserà di essere stato trafitto con un forchettone e sverrà a faccia in giù nel prato. Si sveglierà vomitando a getto e cercherà di asciugare fagocitando gli avanzi di panini che troverà tra i cespugli.
6. Il chitarrista. Si porta immancabilmente dietro la chitarra classica, possibilmente scordata, e fornisce un lieto accompagnamento musicale cantando i successi di Lucio Battisti e, inspiegabilmente, Wish you were here dei Pink Floyd. Quando qualcuno gli chiederà dei pezzi a richiesta, risponderà invariabilmente: “eh, ma non so bene la tonalità”.
7. Il calciomane. Arriva con il pallone sottobraccio e inizia a importunare gli amici per una partitella al volo. Sistema due quarti di bue a mò di pali e comincia a palleggiare per scaldarsi. Si passa la palla da un piede all’altro mentre mangia la salamella. Quando finalmente parte il gioco, scivola sull’erba al primo passaggio e si rompe una vertebra.
Proprio per evitare di imbattermi nelle suddette miserie umane, in genere, non partecipo alle grigliate. E quelle rare volte in cui mi tocca, me ne pento amaramente.
Buona stagione delle grigliate a tutti: so che sentirete la mia mancanza.
Pasquetta. Il giorno dell’anno consacrato da ogni Italiano Medio che si rispetti al sacro fuoco della griglia. Se l’I.M. a Pasquetta non griglia, e non compensa almeno con una gita Fuori Porta, la sua vita perde immediatamente di significato. Le giornate gelide, uggiose e raccapriccianti come quella di ieri rappresentano un fugace ma consistente motivo di gioia per quelli che come me detestano le grigliate: mentre agonizzavo sul divano tra un pisolino e l’altro arrotolandomi nel plaid di Winny the Pooh come una lonza nel bacon, pensavo malignamente a tutti quei poveretti intenti a far asciugare la carbonella sotto le ascelle per approfittare di quei quindici secondi di sole per tentare di cuocere una mezza salamella.
Il mistero della grigliata ha sempre esercitato su di me quel misto di fascinazione e repulsione che l’essere umano prova alla vista, ad esempio, di un feto bicefalo: non riesco a capirne il significato, eppure mi affascina.
Alla grigliata di Pasquetta partecipano in genere i seguenti individui:
1. Il mastro grigliaio. Costui è il più sfigato di tutti, perché passerà la giornata avvitato alla griglia, nero come lo spazzacamino Bert, a fornire salsicce e costolette per tutta l’allegra brigata. Quando, sull’orlo di un collasso psicofisico, disidratato e agonizzante, si siederà finalmente per mangiare, constaterà che: a) da mangiare è rimasto solo mezzo sacco di carbonella b) da bere è rimasto solo l’olio delle melanzane grigliate c) sono tutti ubriachi marci d) da mastro birraio verrà retrocesso a mastro vomitaio: essendo l’unico sobrio, dovrà provvedere a prestare soccorso medico ai suoi amici.
2. Il Joebastianich. Un fastidioso e inetto individuo con le ganasce in moto perpetuo che, sputazzando sentenze e pezzi di carne sugosa, affiancherà il mastro grigliaio criticando ferocemente ogni sua mossa. “Ma nooo! L’olio va spennellato a crudo! Cosa fai? Il sale grosso si mette all’ultimo altrimenti la carne diventa troppo asciutta! Lo sa anche mia nonna che al posto dell’alloro è meglio il rosmarino”. In genere finisce trafitto al cuore da uno spiedo.
3. La vegana. Solitamente è la ragazza di qualcuno o l’amica di un’amica: insomma, non ha diretta connessione con il gruppo, che non l’ha mai vista, e tuttavia non dimostra remore nell’esternare il suo profondo disprezzo per tutti i presenti, mangiacadaveri, assassini, ignoranti, menefreghisti e pervertiti. “Non lo sai che per allevare la mucca del tuo hamburger viene utilizzata una quantità d’acqua pari a quella utile per dissetare il MALI?” Dice arricciando il naso. “Oltre a uccidere degli innocenti, ti stai riempiendo il sangue di ANTIBIOTICI”. A chi, compassionevole, prova offrirle un tomino, risponde disgustata: “Ah per carità, no, grazie, io non mangio latticini, vale a dire che mi tutelo dal colesterolo, dal cancro, dalle malattie cardiovascolari e dai punti neri. Adesso scusami, vado a succhiare rumorosamente una radice mentre prego il dio Ganesh di mandare la pioggia per spegnere la vostra immonda griglia”.
4. Il giocoliere. Un immancabile fricchettone di 15 chili che a metà pomeriggio, sprezzante delle temperature, si mette a torso nudo e pantaloni di juta e dopo essersi fumato sei canne inizia a far girare le bolas come un pazzo o a camminare sulle mani. In genere finisce a limonare con la vegana.
5. L’ubriaco. A mezzogiorno e cinque sta già seccando la prima cassa di birra del discount. Alle due del pomeriggio è completamente fuori controllo e insegue la gente mulinando salsicce e spruzzando ketchup nell’aria. Alla vista della sua maglia imbrattata di rosso penserà di essere stato trafitto con un forchettone e sverrà a faccia in giù nel prato. Si sveglierà vomitando a getto e cercherà di asciugare fagocitando gli avanzi di panini che troverà tra i cespugli.
6. Il chitarrista. Si porta immancabilmente dietro la chitarra classica, possibilmente scordata, e fornisce un lieto accompagnamento musicale cantando i successi di Lucio Battisti e, inspiegabilmente, Wish you were here dei Pink Floyd. Quando qualcuno gli chiederà dei pezzi a richiesta, risponderà invariabilmente: “eh, ma non so bene la tonalità”.
7. Il calciomane. Arriva con il pallone sottobraccio e inizia a importunare gli amici per una partitella al volo. Sistema due quarti di bue a mò di pali e comincia a palleggiare per scaldarsi. Si passa la palla da un piede all’altro mentre mangia la salamella. Quando finalmente parte il gioco, scivola sull’erba al primo passaggio e si rompe una vertebra.
Proprio per evitare di imbattermi nelle suddette miserie umane, in genere, non partecipo alle grigliate. E quelle rare volte in cui mi tocca, me ne pento amaramente.
Buona stagione delle grigliate a tutti: so che sentirete la mia mancanza.