
di Kamo
Qualche tempo fa avevo scritto un pezzo che inspiegabilmente diventò virale (per poi ributtarmi subitamente nel dimenticatoio degli umanisti cinici e bari pochi giorni dopo) che si apriva citando il grande Gerard Depardieu nella pubblicità del sugo. Ebbene, chisto non è più il Paese d’ò sole e neanche il paese d’ò mare.
Chisto è il Paese di Genny ‘a Carogna e lui sì, tiene cuore italiano. (Non come Gerard che, ripeto, si è fatto dare il passaporto russo).
Con il suo piglio deciso, con i suoi tatuaggi sbarazzini ma sobri, con i suoi bicipiti scolpiti, Genny ‘a Carogna sembra incarnare tutte le qualità di cui ha tanto bisogno il nostro Paese: assertività, forza bruta, schizofrenia. Il tocco di classe, la maglietta che inneggia a liberare un ultras colpevole di avere ucciso un poliziotto in servizio, testimonia anche come il Carogna sia particolarmente attento agli hot topic della settimana, confermandosi un perfetto trendsetter. Proprio quando tutti se la prendono (giustamente) coi poliziotti per aver applaudito agli assassini di Aldrovandi, il nostro Genny cavalca come un abile surfista l’onda e si schiera dalla parte del popolo. Neanche lo staff della comunicazione di Obama avrebbe saputo fare di meglio. Era dai tempi di Fiorello al Karaoke che in Italia non vedevamo un personaggio capace di trascinare le folle, di unirle in un coro come un sol uomo, un opinion leader e sex symbol, una figura carismatica e trasversale di tale caratura!
E poi diciamolo: non se ne può più di questi leader politici bolsi, pelati, grassocci, mollicci oppure filiformi, che non comunicano vigore, energia, positività. L’Italia, per risollevarsi dalla crisi, ha bisogno di uomini veri, ginnici, atletici, non di scribacchini ingobbiti. Di uomini forgiati dal duro lavoro di lanciare motorini e bombe carta dagli spalti di uno stadio. Di guerrieri coraggiosi, che non hanno paura di battersi tra fumogeni e mazzate per portare in alto lo stemma della propria squadra del cuore. Uomini di sani valori morali, pronti a uccidere per i loro principi, anzi talmente pronti che è difficile dissuaderli dal farlo. Uomini come Genny, arrampicato maschiamente sulla cancellata, impavido condottiero di un esercito di teste di cazzo. Era dai tempi di quello che è finito a testa in giù a piazzale Loreto che non si vedeva un leader muscoloso, mascelluto, grande comunicatore, arringatore di masse che si azzittiscono al solo flettersi di un bicipite!
Infine, pare che Genny sia anche connesso, non so se mi spiego. È inutile fare gli ipocriti, di questi tempi ci vuole la raccomandazione anche per entrare all’inaugurazione del nuovo all you can eat di sushi cinesechefingediesseregiapponese. Dove vogliamo andare senza neanche un santo in Paradiso? Come vogliamo porci nei confronti dell’Europa se nessuno ci aiuta? Ma anche qui, il nostro Genny ha un asso nella manica, anzi nel tricipite. Una famiglia davvero allargata e importante alle spalle, che potrebbe sostenere le sue scelte.
Io spero che Genny ‘a Carogna prenda in seria considerazione questa mia offerta di trasformarlo nel grande leader che guiderà l’Italia fuori dalla crisi, verso un futuro di speranza, senza leggi restrittive che impediscano ai nostri ragazzi di divertirsi un po’ con qualche bombetta negli stadi.
Per un futuro migliore, vota Genny ‘a Carogna. Tanto, comunque, peggio non può andare.
Qualche tempo fa avevo scritto un pezzo che inspiegabilmente diventò virale (per poi ributtarmi subitamente nel dimenticatoio degli umanisti cinici e bari pochi giorni dopo) che si apriva citando il grande Gerard Depardieu nella pubblicità del sugo. Ebbene, chisto non è più il Paese d’ò sole e neanche il paese d’ò mare.
Chisto è il Paese di Genny ‘a Carogna e lui sì, tiene cuore italiano. (Non come Gerard che, ripeto, si è fatto dare il passaporto russo).
Con il suo piglio deciso, con i suoi tatuaggi sbarazzini ma sobri, con i suoi bicipiti scolpiti, Genny ‘a Carogna sembra incarnare tutte le qualità di cui ha tanto bisogno il nostro Paese: assertività, forza bruta, schizofrenia. Il tocco di classe, la maglietta che inneggia a liberare un ultras colpevole di avere ucciso un poliziotto in servizio, testimonia anche come il Carogna sia particolarmente attento agli hot topic della settimana, confermandosi un perfetto trendsetter. Proprio quando tutti se la prendono (giustamente) coi poliziotti per aver applaudito agli assassini di Aldrovandi, il nostro Genny cavalca come un abile surfista l’onda e si schiera dalla parte del popolo. Neanche lo staff della comunicazione di Obama avrebbe saputo fare di meglio. Era dai tempi di Fiorello al Karaoke che in Italia non vedevamo un personaggio capace di trascinare le folle, di unirle in un coro come un sol uomo, un opinion leader e sex symbol, una figura carismatica e trasversale di tale caratura!
E poi diciamolo: non se ne può più di questi leader politici bolsi, pelati, grassocci, mollicci oppure filiformi, che non comunicano vigore, energia, positività. L’Italia, per risollevarsi dalla crisi, ha bisogno di uomini veri, ginnici, atletici, non di scribacchini ingobbiti. Di uomini forgiati dal duro lavoro di lanciare motorini e bombe carta dagli spalti di uno stadio. Di guerrieri coraggiosi, che non hanno paura di battersi tra fumogeni e mazzate per portare in alto lo stemma della propria squadra del cuore. Uomini di sani valori morali, pronti a uccidere per i loro principi, anzi talmente pronti che è difficile dissuaderli dal farlo. Uomini come Genny, arrampicato maschiamente sulla cancellata, impavido condottiero di un esercito di teste di cazzo. Era dai tempi di quello che è finito a testa in giù a piazzale Loreto che non si vedeva un leader muscoloso, mascelluto, grande comunicatore, arringatore di masse che si azzittiscono al solo flettersi di un bicipite!
Infine, pare che Genny sia anche connesso, non so se mi spiego. È inutile fare gli ipocriti, di questi tempi ci vuole la raccomandazione anche per entrare all’inaugurazione del nuovo all you can eat di sushi cinesechefingediesseregiapponese. Dove vogliamo andare senza neanche un santo in Paradiso? Come vogliamo porci nei confronti dell’Europa se nessuno ci aiuta? Ma anche qui, il nostro Genny ha un asso nella manica, anzi nel tricipite. Una famiglia davvero allargata e importante alle spalle, che potrebbe sostenere le sue scelte.
Io spero che Genny ‘a Carogna prenda in seria considerazione questa mia offerta di trasformarlo nel grande leader che guiderà l’Italia fuori dalla crisi, verso un futuro di speranza, senza leggi restrittive che impediscano ai nostri ragazzi di divertirsi un po’ con qualche bombetta negli stadi.
Per un futuro migliore, vota Genny ‘a Carogna. Tanto, comunque, peggio non può andare.