
Quando uno è ragazzino, gli piace scrivere il suo nome sui banchi, sui diari, sui muri e sullo zaino (se particolarmente bullo anche sullo zaino altrui) per affermare la propria identità eccetera eccetera. Qualche ragazzino con particolari problemi identitari diventa graffitaro, qualcun altro stilista, ma alla maggior parte della gente, intorno ai vent’anni circa, passa la voglia di scrivere il proprio nome dappertutto. Riconoscendolo come comportamento privo di qualsiasi significato effettivo, si passa a decorare il blocchetto del post-it mentre siamo al telefono con roba di tutt’altro genere. Per esempio, parolacce molto volgari e disegnini di esseri umani decapitati. Io ad esempio lo trovo molto rilassante.
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