
E così ce l’abbiamo fatta. La grande bellezza ha vinto l’Oscar come miglior film straniero, riportandoci la statuetta dorata dopo ben quindici anni.
È divertente vedere come in queste ore tutti, da Renzi a Berlusconi (PierSilvio) stiano saltando a piè pari sul carro del vincitore, giustamente e convenientemente. Ancor più divertente è sentire le lagne di quelli scontenti perché:
1. Sorrentino offre un ritratto crudele e impietoso di Roma e dell’Italia, che invece è tanto bella e coccolosa.
2. Sorrentino ha una brutta pronuncia inglese. (Mentre tutti i suoi detrattori scommetto che sono laureati a Cambridge).
3. Sorrentino ha ringraziato i Talking Heads invece dei Pooh.
4. Sorrentino ha ringraziato Maradona facendo la figura del napoletano mangiababà.
5. Non hanno portato la Ferilli a L.A. (anche se a dire il vero l’unica a essersene lamentata è la Ferilli stessa).
6. Sorrentino non ha fatto parlare Servillo e i produttori. Del resto, in 45 secondi di tempo, avrebbe potuto far parlare anche la giraffa e i fenicotteri.
7. Sorrentino non ha saltato sulle poltrone come Benigni.
8. Toni Servillo non ha mandato afangulo Ellen de Geners che ha condotto l’edizione Oscar più soporifera e patetica degli ultimi anni. A un certo punto è comparso anche Pippo Franco, autore di tutte le battute della conduttrice, travestito da Daniel Day-Lewis.
9. Sorrentino non si è avventato sulle pizze portate spiritosamente in sala dalla DeGeners urlando: “uè uè, coss’è chista chiavica? Ve la imparo io come si fa ‘a pizz’!”
10. Sorrentino non si è vestito da Pulcinella e non ha dedicato il suo discorso alla fessa.
Comunque sia, La grande bellezza ha vinto. Speriamo che il nostro Paese di rosiconi e furbetti riesca a non buttare nel water questa straordinaria opportunità , non solo culturale ma anche commerciale, approfittandone, magari, per rilanciare il turismo, oppure per invitare le grosse produzioni a venire a girare qui a suon di sgravi fiscali e agevolazioni.
Tutto il bene possibile può venire da questa vittoria: speriamo che oltre al sedimento del chiacchiericcio e il rumore, saremo in grado di trasformare la nostra grande bellezza in uno spiraglio di luce nel buio opprimente di questi tempi.
Io, personalmente, continuo a festeggiare ubriacandomi al ritmo di “A far l’amore comincia tu”.
Grazie, Paolo.
È divertente vedere come in queste ore tutti, da Renzi a Berlusconi (PierSilvio) stiano saltando a piè pari sul carro del vincitore, giustamente e convenientemente. Ancor più divertente è sentire le lagne di quelli scontenti perché:
1. Sorrentino offre un ritratto crudele e impietoso di Roma e dell’Italia, che invece è tanto bella e coccolosa.
2. Sorrentino ha una brutta pronuncia inglese. (Mentre tutti i suoi detrattori scommetto che sono laureati a Cambridge).
3. Sorrentino ha ringraziato i Talking Heads invece dei Pooh.
4. Sorrentino ha ringraziato Maradona facendo la figura del napoletano mangiababà.
5. Non hanno portato la Ferilli a L.A. (anche se a dire il vero l’unica a essersene lamentata è la Ferilli stessa).
6. Sorrentino non ha fatto parlare Servillo e i produttori. Del resto, in 45 secondi di tempo, avrebbe potuto far parlare anche la giraffa e i fenicotteri.
7. Sorrentino non ha saltato sulle poltrone come Benigni.
8. Toni Servillo non ha mandato afangulo Ellen de Geners che ha condotto l’edizione Oscar più soporifera e patetica degli ultimi anni. A un certo punto è comparso anche Pippo Franco, autore di tutte le battute della conduttrice, travestito da Daniel Day-Lewis.
9. Sorrentino non si è avventato sulle pizze portate spiritosamente in sala dalla DeGeners urlando: “uè uè, coss’è chista chiavica? Ve la imparo io come si fa ‘a pizz’!”
10. Sorrentino non si è vestito da Pulcinella e non ha dedicato il suo discorso alla fessa.
Comunque sia, La grande bellezza ha vinto. Speriamo che il nostro Paese di rosiconi e furbetti riesca a non buttare nel water questa straordinaria opportunità , non solo culturale ma anche commerciale, approfittandone, magari, per rilanciare il turismo, oppure per invitare le grosse produzioni a venire a girare qui a suon di sgravi fiscali e agevolazioni.
Tutto il bene possibile può venire da questa vittoria: speriamo che oltre al sedimento del chiacchiericcio e il rumore, saremo in grado di trasformare la nostra grande bellezza in uno spiraglio di luce nel buio opprimente di questi tempi.
Io, personalmente, continuo a festeggiare ubriacandomi al ritmo di “A far l’amore comincia tu”.
Grazie, Paolo.