
Caro John,
non la insulterò, né mi incazzerò, né organizzerò sit-in sul molo cui è attraccato il suo yacht. Non so se ha uno yacht, ma il concetto è quello. Le do del lei come si da del lei a una persona matura, una persona anziana. Lo faccio perché per me il suo intervento rappresenta la summa di un pensiero più ampio e diffuso, il pensiero gerontocratico.
Mi chiamo Chiara, da 5 minuti ho compiuto 29 anni e per il mondo sono genericamente GIOVANE.
Per le anziane cui cedo il posto sul bus sono giovane.
Per i parenti che credono viva alle spalle dei miei genitori sono giovane.
Per chi dice di avermi visto alta così e poi tenta di mettermi le mani nelle mutande sono giovane.
Per chi non vuole pagarmi perché “è un’esperienza” sono giovane.
Quando i genitori dei miei allievi chiedono di parlare con l’insegnante “vero”, sono giovane.
Sono giovane quando mi chiedono la partita IVA perché dopo il secondo contratto poi sarebbero costretti ad assumermi.
Sono giovane per il vicino di sotto che crede dia delle feste e invece faccio solo le pulizie – sì, alle 10 di sera, sì, a quell’ora rientro dopo quattro lavori, no, durante il giorno a casa non ci sono mai.
Sono giovane tutte le volte che vado a una riunione qualsiasi e mi chiedono di intervenire in quanto giovane, e non perché abbia qualcosa di interessante da dire.
Quando si decidono le cose importanti io non posso intervenire, invece, perché sono giovane.
Sono troppo giovane per capire.
Sono giovane alla cassa del supermercato, e devo far passare tutti perché se no sono una giovane maleducata.
Sono giovane in coda in posta, anche se sono in ritardo e devo correre al lavoro.
Non posso capire la politica perché sono giovane, però la DC non l’ho votata io per cinquant’anni.
Non ho votato neanche Berlusconi nel ’94, io ero giovane.
Sono giovane per i progetti, tutti i progetti sono per aiutare i giovani.
Quando ci sono i soldi sono giovane.
Quando non ci sono i soldi mi chiamano a trovare soluzioni geniali perché i giovani hanno risorse.
Se sei giovane sei MacGyver, con una forcina e due noccioli di pesca puoi cambiare il mondo.
Però se la soluzione geniale non funziona non ho diritto a una seconda possibilità, i giovani devono imparare che la vita è dura, devono assumersi i rischi.
Sono una donna e sono giovane, insomma, ce le ho tutte.
Sembro più giovane di quello che sono.
Sono giovane e devo imparare, però quando imparo sono troppo formata per essere così giovane.
Non posso avere una famiglia perché sono giovane, i rapporti di adesso non valgono più come una volta, siamo giovani e quindi vacui.
Non posso avere un figlio, sono giovane.
Come giovane non mi conviene lavorare, mi ha detto mia madre: se guadagno così poco, tanto vale che me ne stia a casa a fare niente che almeno non ci devo pagare le tasse.
Sono giovane, un mutuo non me lo fanno: niente casa, niente impresa.
Non posso neanche continuare a studiare, perché finora le università non hanno preso in considerazione l’idea che un giovane interinale possa voler studiare nei giorni di fermo, ma non abbia i soldi per pagare una retta intera.
Sono giovane per quelli che mi danno pacche sulle spalle.
Sono giovane per quelli che mi guardano increduli quando dico che non avrò la pensione.
Sono giovane per quelli che mi guardano increduli quando dico che la pensione non l’avranno loro, se non mi pagano i contributi.
Sono giovane per quelli che mi guardano increduli quando dico che il Paese fallisce, se la Costituzione è basata sul lavoro e un’intera generazione il lavoro non ce l’ha.
In questo Paese sono giovane fino ai cinquant’anni, allora forse le generazioni senza lavoro sono due.
Sono giovane per quelli che non si rendono conto che il mondo sta cambiando.
Sono giovane per quelli che hanno fatto la guerra.
Sono giovane anche per quelli che hanno fatto il ’68 e fanno gli amici dei giovani.
Spesso mi chiedono di scatenare la rivoluzione, io che sono giovane.
Gli altri che mi hanno consegnato questo mondo, loro staranno a guardare, perché il futuro è dei giovani.
C’è uno famoso, mi pare si chiamasse Cristo, che qualche anno fa ha detto cose piuttosto eccentriche e l’hanno ammazzato. Aveva 33 anni, un giovane. Alla fine ha vinto lui.
John, non si senta obbligato a farmi gli auguri. Io non mi offenderò. Capisco, dopo una certa età si cominciano a dimenticare le cose.
Distinti saluti,
Chiara