C’era una volta il mondo dei sex symbol anni ’90. Ad esempio, l’omino muscoloso della pubblicità della CocaCola, quello che si docciava in cortile sulle note di I just wanna make love to you, mentre le impiegate dell’ufficio a fianco sbavavano come alani dalla finestra. L’uomo che non doveva chiedere mai, tutto jeans e barba malfatta. Oppure, au contraire, l’uomo raffinato, quello che sarebbe diventato un giorno “metrosexual”, impomatato e profumato come una prostituta ai tempi di Tolouse-Lautrec, come Richard Gere in Ufficiale e gentiluomo. Uomini solidi, galanti, un po’ rozzi magari, ma cavallereschi.
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