
MONSTERCHEF
Come certamente avrete notato, da qualche tempo a questa parte i palinsesti TV sono stati invasi da un esercito di disturbati mentali in camice bianco che brandiscono padelle con virulenta irascibilità, dimostrando inoltre pericolose tendenze autocratiche.
C'era una volta La prova del cuoco, con la placida e burrosa Antonellina Clerici che ascoltava Bigazzi consigliare il gatto al forno, “l'è tanto bono 'hon le sue 'harnine bianhe”. Poi, improvvisamente, i fornelli d'assalto hanno preso il controllo e ormai non è più possibile accendere la televisione senza imbattersi in un reality culinario, un gioco a premi alimentare o una rubrica di ricette. Siamo in piena dittatura della pentola.
Le conseguenze domestiche sono devastanti. Orde di mariti, fidanzati, migliori amiche che prima dello tsunami gastronomico annoveravano tra le loro specialità il toast farcito, l'uovo strapazzato e il tonno in lattina, riservando i Quattrosalti in Padella per le cene importanti, ora passano le giornate in cucina, affannandosi dietro pozioni arcane come piccoli alchimisti. Prima, la loro attrezzatura era costituita da una padella col fondo bruciato, una pentola incrostata di morchia e alcuni piatti di carta con Pluto, avanzati dal loro ottavo compleanno.
Ora si dotano di curiosi strumenti di tortura medievale, dal mortale cannello per incendiare la crème brûlée alla minacciosa bastardella, che a quanto pare non è una persona un po' maligna, ma un tipo di tegame.
Leggono come se fosse la Bibbia il ricettario di Gordon Ramsey, un ringhioso e idrofobico hooligan scozzese, o, i più campanilisti, quello di Carlo Cracco, affabile e diplomatico come Pol Pot.
Hanno anche cominciato a parlare una lingua oscura.
"Stasera faccio il gratin di pipistrello con uova di quaglia moldava, riduzione al porto di Antananarivo, salsa di tartufi klingoniani e granella di pistacchi di Bronte".
Voi, che pensate ancora che le Bronte siano quelle di Cime Tempestose, li guardate esterrefatti.
Prendendo esempio dai loro beniamini, sono anche diventati molto nervosi e si rifiutano di mangiare tutto quello che non e' "impiattato" alla perfezione. Quando vi guardano schifati perché non avete impiattato il brodo, potete stare certi che il Rubicone è ormai irrimediabilmente passato.
Cosi le vostre lasagne, che prima adoravano, vengono accolte arricciando il naso: "Il sapore non è male, ma è un mappazzone..."
Li sorprenderete anche nel vostro armadietto del bagno a frugare tra i profumi alla ricerca di un aroma particolare. Vi serviranno poi un tiramisù al Bergamotto con crema di Pino Silvestre che vomiterete copiosamente, ma con discrezione, avendo cura di "impiattare" il restituito e di guarnirlo con un baccello di vaniglia e uno spruzzo di gelatina al ribes, per non turbarli.
La moda culinaria è una moda, appunto, e quindi per definizione passeggera. Nella maggior parte dei casi i vostri mariti, fidanzati, migliori amiche si stancheranno di ustionarsi gettando al vento sette ore del proprio tempo prezioso per ottenere mezzo grammo di spuma di plancton e torneranno presto alla pizza surgelata che divoreranno con ferina avidità, "impiattandola" direttamente nel cartone.
Qualche volta, però, è possibile che la passione improvvisata si tramuti in qualcosa di concreto. In questo caso, è vostro dovere morale incoraggiarli più che potete, fare da cavia per i loro esperimenti e prestarvi ad operare come solerti aiuto-cuoco, sopportando pazientemente i loro sadici sfoghi e i loro maltrattamenti schiavistici. In fondo, potreste aver davanti il Ducasse del futuro!
Comunque, ricordatevi anche di tenere sempre il menu del cinese a domicilio a portata di mano.
Come certamente avrete notato, da qualche tempo a questa parte i palinsesti TV sono stati invasi da un esercito di disturbati mentali in camice bianco che brandiscono padelle con virulenta irascibilità, dimostrando inoltre pericolose tendenze autocratiche.
C'era una volta La prova del cuoco, con la placida e burrosa Antonellina Clerici che ascoltava Bigazzi consigliare il gatto al forno, “l'è tanto bono 'hon le sue 'harnine bianhe”. Poi, improvvisamente, i fornelli d'assalto hanno preso il controllo e ormai non è più possibile accendere la televisione senza imbattersi in un reality culinario, un gioco a premi alimentare o una rubrica di ricette. Siamo in piena dittatura della pentola.
nella foto: Camilla ha assaggiato una frittata aromatizzata al Pino Silvestre
Le conseguenze domestiche sono devastanti. Orde di mariti, fidanzati, migliori amiche che prima dello tsunami gastronomico annoveravano tra le loro specialità il toast farcito, l'uovo strapazzato e il tonno in lattina, riservando i Quattrosalti in Padella per le cene importanti, ora passano le giornate in cucina, affannandosi dietro pozioni arcane come piccoli alchimisti. Prima, la loro attrezzatura era costituita da una padella col fondo bruciato, una pentola incrostata di morchia e alcuni piatti di carta con Pluto, avanzati dal loro ottavo compleanno.
Ora si dotano di curiosi strumenti di tortura medievale, dal mortale cannello per incendiare la crème brûlée alla minacciosa bastardella, che a quanto pare non è una persona un po' maligna, ma un tipo di tegame.
Leggono come se fosse la Bibbia il ricettario di Gordon Ramsey, un ringhioso e idrofobico hooligan scozzese, o, i più campanilisti, quello di Carlo Cracco, affabile e diplomatico come Pol Pot.
Hanno anche cominciato a parlare una lingua oscura.
"Stasera faccio il gratin di pipistrello con uova di quaglia moldava, riduzione al porto di Antananarivo, salsa di tartufi klingoniani e granella di pistacchi di Bronte".
Voi, che pensate ancora che le Bronte siano quelle di Cime Tempestose, li guardate esterrefatti.
Prendendo esempio dai loro beniamini, sono anche diventati molto nervosi e si rifiutano di mangiare tutto quello che non e' "impiattato" alla perfezione. Quando vi guardano schifati perché non avete impiattato il brodo, potete stare certi che il Rubicone è ormai irrimediabilmente passato.
Cosi le vostre lasagne, che prima adoravano, vengono accolte arricciando il naso: "Il sapore non è male, ma è un mappazzone..."
Li sorprenderete anche nel vostro armadietto del bagno a frugare tra i profumi alla ricerca di un aroma particolare. Vi serviranno poi un tiramisù al Bergamotto con crema di Pino Silvestre che vomiterete copiosamente, ma con discrezione, avendo cura di "impiattare" il restituito e di guarnirlo con un baccello di vaniglia e uno spruzzo di gelatina al ribes, per non turbarli.
La moda culinaria è una moda, appunto, e quindi per definizione passeggera. Nella maggior parte dei casi i vostri mariti, fidanzati, migliori amiche si stancheranno di ustionarsi gettando al vento sette ore del proprio tempo prezioso per ottenere mezzo grammo di spuma di plancton e torneranno presto alla pizza surgelata che divoreranno con ferina avidità, "impiattandola" direttamente nel cartone.
Qualche volta, però, è possibile che la passione improvvisata si tramuti in qualcosa di concreto. In questo caso, è vostro dovere morale incoraggiarli più che potete, fare da cavia per i loro esperimenti e prestarvi ad operare come solerti aiuto-cuoco, sopportando pazientemente i loro sadici sfoghi e i loro maltrattamenti schiavistici. In fondo, potreste aver davanti il Ducasse del futuro!
Comunque, ricordatevi anche di tenere sempre il menu del cinese a domicilio a portata di mano.