
Un sempreverde delle vacanze pasquali con bebè è restare a casa con i vari nonni e bisnonni. Ve lo consiglio. Soprattutto con la bisnonna di 88 anni, che parla al bebè tutto il giorno (solo milanese) e che gli insegna a “stare al mondo” (in milanese).
Ora, io capisco infondere la sana morale stakanovista del lumbard a un neonato, ma perchè al gatto? Povero gatto, lui se la dorme, si stira, mangia e fa le sue robe nella sabbia, possibile che debba essere anche il gatto, a Pasqua, vittima dell'etica dialettale? No perchè in particolare il gatto rosso scemo ci resta traumatizzato. La bis nonna fa così: quando il gatto, stanco di aver dormito sul letto, si stira, commenta con un: "la pel c'ha se stira a val gnanca na lira". A parte il fatto che effettivamente i nostri gatti randagi non valgono davvero una lira, ma il gatto così mi si sconvolge, voglio dire, il gatto è l'essere meno milanese che esista, la sua maggiore occupazione è stendersi sotto il raggio di sole per nutrire il pelo di vitamina D … non può sentirsi dire con colpevolezza “L'è mei fa un casu al sù che lauraa all'umbria!!”
La reazione dell'ignavo quadrupede arancione è la seguente: guarda la bisnonna arancione (vanno dallo stesso parrucchiere) e sbadiglia traumatizzato. A lui non gliele aveva mai dette nessuno certe cose. Instillargli il senso di colpa per le sue pratiche di gatto?
Orribile... scappa lasciando una scia di pelo arancione e va sotto il letto, non lo si vede fino a fine Pasquetta.
A questo punto ce n'è anche per il bebè affamato: “La buca l'è minga straca se la sa nò de vaca” e via un bel pezzetto di formaggio (di vacca) per chiudere il pranzo. Meglio se stagionato e accompagnato da un bel bicchier di vino. (Tranquilli l'abbiamo scambiato con succo di mirtillo) A quel punto il pupo non capisce perchè il suo pasto è terminato col formaggio e non con la solita frutta. Naturalmente ci segnala la disattenzione urlando come un' aquila reale degli Appennini indicando voglio voglio verso le banane a centrotavola. L'erba vöj la nass nel giardin del rè, naturalmente è la logica spiegazione della splendida ottuagenaria alla quale il pargolo risponde con un'affermativa comprensione (avrà capito l'insegnamento ???) fatto sta che tra i due nasce un'intima simpatia: lui la mena a manate e le strappa i boccoli arancioni e lei lo redarguisce dolcemente Skèrs de màn, skèrs de vilàn, poi quando il cucciolo d'uomo cerca di infilarsi una banana con la buccia per intero in gola si sente spiegare che “Te ghè l'occ pusè gran del boeucc” e che quindi gli sembra solo di poterla mangiare tutta intera ma in effetti non sarà possibile. Di fronte alla logica schiacciante il 7mesario interrompe il suo tentativo e ci restituisce il frutto dell'amor per lasciare che glielo sbucciamo e glielo porgiamo trasformato in una pappetta giallomarrioncina che, ovviamente gli fa schifo. “O te mangiet la minestra o te saltet dala finestra” lo minaccia a questo punto lei: lui che si sente improvvisamente il protagonista di un film di Dario Argento acconsente a nutrirsi di sta minestra. Quaant se gh’a fam, la puleenta la paar salama. La conclusione del pasto pasquale di un infante è spesso rumoreggiata e vi lasciamo con l'ultima chiarificazione della nonna: La pisa senza pet l'è cumè un viulin senza l'archet
Grazie nonna - che tra l'altro è un Fisico Nucleare - nel senso della Fisica... e compie oggi 88 anni un grande abbraccio e un po' di presa per il cul...