
Poi ho a cuore la nonviolenza verso altre razze, ovvero verso il gatto. La non violenza verso i disabili ovvero verso il gatto rosso scemo. La nonviolenza verso i colleghi ovvero il papà. La nonviolenza e la misericordia verso la vecchiaia, ovvero i nonni (Ehehehe se mi leggessero sarei rovinata, per fortuna non mi leggono).
A mio figlio sto già impartendo queste lezioni dalle sette di mattina, quando gli rovescio regolarmente il contenuto di succo di frutta del biberon non avvitato in faccia perchè ho il risveglio lento. A lui chiedo di pregare e meditare. Gli chiedo di concentrarsi e estraniarsi alla sera, quando lo metto a letto e ho dimenticato di mettere le lenzuola (così lo copro con quello che trovo: un maglione, un gatto, un tappeto).
Stamattina purtroppo quando gli ho rovesciato in faccia il solito succo mi è arrivato un cazzotto nei denti. Ma credo che il suo fosse un modo per dirmi che mi vuole bene e vuole giocare a suonare lo xilofono con la mia dentizione. Prontamente ho chiamato il maritino, che svegliatosi di soprassalto ha subito avvitato male un secondo biberon.
Quindi alle 7.30, dopo averlo lavato e rivestito e aver spremuto via dai suoi vestiti succo di albicocca e pesca ho iniziato le mie lezioni sulla non violenza con il gatto. Prima di tutto gli ho spiegato che non ci si avvicina alla povera bestia e improvvisamente gli si strilla nell'orecchio, se no mi ritrovo a comprare Amplifon felino.
Purtroppo non ha ancora capito e si diletta piacevolmente ad afferrare l'orecchietta gommosetta e strillare nella cavità rosea tutto il suo amore.
Io volevo anche spiegargli che l'amore non si esprime afferrando e gridando, oppure mordendo con grande passione, ma è quello che ha fatto fino a pochi mesi fa alle mie tette e dunque non mi è facile fargli cambiare abitudine.
Per quanto riguarda la nonviolenza coi soggetti handicappati andiamo benone. Il gatto rosso scemo è il suo migliore amico, dormono insieme, mangiano insieme (quel che avanza il baby lo mangia il gatto e, spesso, quando mi scordo di togliere la ciotola dal pavimento anche viceversa). Comunque d'amore e d'accordo tanto che il gatto sta meditando di andare al nido con lui il prossimo anno. Purtroppo le selezioni in base al Q.I sono severissime. Avrete tutti visto Forrest Gump? No? Chissà con quanti presidi dovrei andare a letto io per far ammette il gatto rosso scemo. Non me la sento.
Ecco, un tasto dolente è la nonviolenza verso gli anziani. Grande divertimento rubare gli occhiali dei nonni che sono tutti miopi, pure il gatto rosso scemo ha problemi di cataratta, e lanciarli in aria per vedere come loro si affannano a riprenderli piegando la schiena e flettendosi in continuazione.
Vomitini su tovaglie di pizzo, distruzione di antichi ricordi, tra cui cornici argentate di dubbia fattura ma legate a antichi eventi cui solitamente i vecchi sono mooolto affezionati.
Questa sorta di violenza psicologica che attua verso di loro è ancora più subdola perché non ci è dato dimostrare che un bambino di un anno sia così sofisticato.
Scatena la sua massima violenza verso gli anziani quando un nonno/a con tanto amore, gli mostra un giocattolo meraviglioso e lui lo smarca per giocare col sacchetto della spesa, spezzandogli il cuore. Tutte noi mamme abbiamo sempre scusato i nostri mostriciattoli, è vero? Li copriamo dicendo: si vede che oggi è un po' distratto, si vede che si vede qua qua... non ci è dato sapere che sia volontariamente feroce, ma intanto ci sentiamo in profond imbarazzo e poi riversiamo la colpa in qualche modo fuori. “E' un bravo ragazzo” diciamo tutte. Ma io dico no, mamme del mondo, noi dobbiamo riconoscere che abbiamo allevato una bestiolina.
Quindi mamme di tutto il mondo aiutatemi, voi come vi muovete con la loro violenza psicologica?
Ah, è da tanto che non lo dico, ma io ho scritto un e-book: sfasciare il bambino non vuol dire farlo a pezzi ...