
In materia di gatti non è il caso di discutere. Una forma latina un po' "volgare" coniata dai gattari, ma il significato è chiaro: se vostro figlio ama il vostro gatto rognoso non c'è da stare a cercare una spiegazione. E' così. E basta.
E il gatto in questione neppure è rognoso, è soltanto un po' selvatico, uno di quei gatti che dimostrano l'affetto col contagocce e si fanno pregare per essere nutriti e pettinati. Ma... il pupo la ama (è femmina) e tra loro si è creato un legame indissolubile: la coda.
La coda stretta in quel pugnettino che ha la forza di uno schiaccianoci, quando si serra è indissolubile, al gatto la scelta: restare col mozzicone sul culetto - tipo simpatico pon pon da coniglietto o tipo le lucertole quando si staccano le vertebre finali del sedere per salvarsi la vita- o non saranno certo le cinque adorabili ditine di bebè a schiudersi per far fuggire l'amata sorellina pelosetta.
Col gatto rosso scemo era successo che venissero divelti due o tre baffoni, le appuntite vibrisse, e che l'animale se la cavasse così, ma ora la coda è apparsa al pargolo in tutta la sua simbolica attrattiva.
La coda è il premio, è la corda per appropriarsi dello sfuggente compagno di giochi che tanto ha occupato la cuccia con bebè quando lui era un soldo di cacio.
E mai la mollerà.
La povera bestiola, pur mostrando di apprezzare l'affetto a lei riservato, ha uno sguardo disperato rivolto ai giorni della sua vecchiaia, che, invece di immaginare tranquilli tra un divano e un calorifero, cominciano a delinearsi piuttosto travagliati, con un ritorno obbligato alle corse e ai fasti della gioventù.
Cari gattini, è così non c'è molto da fare, i bebè vi amano moltissimo e lo dimostrano esprimendolo con la loro dirompente forza fisica.
In più le mamme, felici che i loro due "figli" -gatto e neonato- vadano d'accordo, incentivano l'espressione fisica di questo emozionante sentimento.
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