
Qualche best-seller per seguire anche le correnti e stare al passo con i gusti della gente, ci voleva. Soprattutto ero attratta dalla tigre, lo ammetto.
Credevo che Vita di Pi (di Martel Yann), fosse un libro d'avventura un po' visionario e fantastico. Credevo di farmi una scorpacciata narrativa di tutto relax. Niente di più sbagliato: vita di Pi è una spirale senza tregua.
Intanto la storia di un bambino a noi neo mamme fa subito pensare al nostro bebè, non importa che sia indiano. Quando ce lo immaginiamo e seguiamo Pi nelle sue riflessioni con le tre principali religioni, ha le fattezze di nostro figlio, lattante, che già necessita di trovare il suo cammino spirituale.
Fin qui ero ancora una madre. Ma dopo, quando tutta la vicenda si trasferisce nell'oceano, quando la lotta per la vita diventa il centro del romanzo, il naufragio, la tigre sulla scialuppa con il bambino, le tempeste, la sete e la fame, la storia diventa fatta di carne, solitudine e paura, e questo libro ti inghiotte letteralmente.
Per la casa si sente: “Ma dov'è tua mamma, bambino?” Mentre io, chiusa nell'armadio con l'ebook e la sua copertina munita di pila cerco di non far rumore per non farmi beccare... mi cercano e io devo ingoiare più percentuale di lettura che posso prima di essere scoperta, sono assatanata.
Nel mezzo del mare-armadio con una gigantesca tigre del bengala-rossa scema (ovvero il gatto rosso scemo dei miei genitori che dorme) e le mutande di mio marito che fuoriescono disordinatamente dai cassetti, inizio a urlare “incredibile, incredibile” e vengo scoperta: sono due giorni che non allatto mio figlio e non mangio. Una “signora per bene” dei servizi sociali mi spiega con delicatezza che stanno dando mio figlio e mio marito in affido a un'altra famiglia, porgo loro Ljuba, la mia gatta, che sta nella cesta dei calzini e il gatto rosso scemo senza schiodarmi dalla trama. “La famiglia prima di tutto” bofonchio, “devono restare uniti”. E aggiungo in extremis: “Il gatto rosso scemo mangia solo fegato di vitello fresco, finisco di leggere e vengo”.
Mentre procedo nelle avventure della scialuppa, quasi non faccio caso a due gentilissimi personaggi in veste bianca che mi fanno mettere le braccia dentro ad una larga felpa, mentre con cura mi sorreggono il libro e io svolto pagina col naso.
Perplessa commento: “Lo giuro, è tutto vero” annuiscono accondiscendenti e mi fanno accomodare in un pulmino sormontato da una luce blu intermittente. Mi dicono che forse è un po' di stress per il bambino piccolo che non mi fa dormire e mi imbottiscono di sonniferi. Io ho ancora il mio ebook. Lotto contro la palpebra che si chiude da narcotizzazione coatta: devo vedere come va a finire, si salverà non si salverà? E soprattutto la tigre, che fine farà? Mi mordo a sangue una mano per restare sveglia e giunta alla fine, svengo sbavando schiuma verde.
Mi sono fatta due giorni (per altro di relax) in una casa di cura, poi sono tornata a casa. E non ho mangiato più animali di nessun tipo. Io Vita di Pi lo stra-consiglio, però non fa aumentare il latte, questo è meglio che lo dica sinceramente.
PER VEDERE GLI ALTRI CONSIGLI LETTERARI PER FAR AUMENTARE IL LATTE:
La regola del venerdì
Perché le donne sposano gli opossum
Voglio un amore da soap