È raro un neonato giornalaio. È ancora più raro che il suddetto neonato giornalaio scelga anche le schedine vincenti. Ancor più raro e' assistere dal vivo al giocatore d'azzardo patologico che attende che il neonato si svegli per aspettare che scelga una schedina, tra quello preimpostate, con la sua piccola manina. I neonati sono anche portafortuna, alla stregua di cornucopie, peperoncini o testicoli ambulanti. Io sono rimasta in silenzio a osservare la scena. La neonata aveva un bavaglino con la scritta Anja. Suppongo che fosse il suo nome. La giornalaia senjor doveva essere la nonna. Non ho chiesto al giorno d'oggi fare una gaffe di questo tipo e' un attimo. Tra nonne gravide e ragazzine sciupate dalla disoccupazione, meglio farsi i cavoli propri. Però io alla scena, io col mio bebè ho assistito in silenzio. Fantasticando di ricoprire il mio bebè di orecchini d'oro e pittura indiana, sederlo sui giornali, contornato dai gatti divini e farmi pagare perché scegliesse la schedina vincente. Si: dove il fiotto di pipì sgocciola per primo quello è il biglietto da grattare, la lotteria fortunata, la schedina da 13. Tutti in fila come davanti alla bambina neonata indiana con due facce, venerata più di ganesh. Tanto con la disperazione che gira la sorte e l'unica speranza che ci rimane.