Oppure, no, viviamo in casermoni enormi, con ascensori atomici che fanno undici piani con un salto, torri di cemento immersi in parchetti che ci rallegrano di giorno e ci fanno paura la sera, quando rientriamo stanchi.
Noi viviamo in periferia. Viviamo in case piccole, viviamo in condomini vecchi, dai lenti ascensori. Oppure, no, viviamo in casermoni enormi, con ascensori atomici che fanno undici piani con un salto, torri di cemento immersi in parchetti che ci rallegrano di giorno e ci fanno paura la sera, quando rientriamo stanchi. Noi viviamo in periferia. Se ci serve un taxi quando entriamo il tassametro segna già dodici euro, e il tassista ti guarda, prima di aprire la portiera, e una volta dentro ti dice "ti ho fatto salire perché hai una faccia da bravo ragazzo". Noi viviamo in periferia. Il tempo per noi e poco. Il sabato facciamo la spesa, e la domenica lunghi viaggi verso l'ikea, che serve un comodino, che il manico della pentola si è staccato, i bicchieri sembrano sbriciolarsi quando li laviamo, i piatti hanno crepe lunghe come bugiarde linee della vita. E il rubinetto perde, "hai chiamato il padrone?", il rubinetto perde, il pulsante della lavatrice è rotto, la piastra elettrica è bruciata che c'è cascata l'acqua, la finestra non si chiude, il rubinetto perde, cuciniamo hamburger del discount in un universo in disgregazione, cuciniamo discount-burger nel fornetto elettrico, che la piastra è fulminata e Dio non ci ama, Dio non ci ama e il rubinetto perde. Noi viviamo in periferia. C'è poco, siamo grati se c'è un posto per bere un birra, un piccolo caffè per trascorrere il sabato mattino. Siamo grati al kebab aperto la domenica quando i bar sono chiusi, al ristorante siciliano dove orgogliosi portiamo i nostri genitori quando ci vengono a trovare, come fosse l'Hilton. Noi viviamo in periferia, e qualsiasi ora del giorno e della notte c'è qualcuno che porta a spasso il cane. Noi viviamo in periferia. I magrebini bevono birra in barba alla religione. Egiziani solitari ascoltano musica dal cellulare seduti sui gradini delle chiese, fin quando il cellulare squilla e si immergono allora in chiamate oceaniche con tutti i parenti che hanno lasciato a casa. I rom litigano nelle piazze e rubano vestiti dai cassoni della caritas, rischiando di essere trinciati in due dal meccanismo di apertura. I cinesi ingozzano a forza le slot machine, cercando di costringerle a vomitare, infilano monete dopo monete e non parlano con nessuno. Qualcuno porta a spasso il cane. Il rubinetto perde. Noi viviamo in periferia, e siete stati voi a rinchiuderci qua dentro. Ci avete condannato alle periferie come gli indiani alle riserve, ci avete stipato in torri a dodici piani perché dovevate strizzare ogni euro da ogni metro di terra, ci avete ammassati in torri alveare dove ci strozzate con affitti cosmici quando le case sono vuote, E SIETE SEMPRE VOI A TENERLE VUOTE. E siete voi, siete sempre voi che ci tappezzate i muri di cose che dobbiamo desiderare. Che ci infliggete modelli anoressici a noi che campiamo di pizza e panini, di cinese e kebab. Che ci fate balenare un mondo di yacht e donne sottili a noi che schiviamo le pisciate e i materassi per raggiungere la metro. E siete sempre voi che ci imbonite a comprare macchine-giaguaro che ci faranno dominare la città che ora ci mastica e ci sputa quando non abbiamo più sapore, che ci lava troppe volte nelle lavanderie cinesi fino a che non siamo logori, e sbiaditi, e sottili. Noi viviamo in periferia e abbiamo detto FANCULO. Ci ubriacate di nomi famosi, e noi incidiamo i nostri nomi sui muri. Ci dite di comprare e noi vi diciamo qualcos'altro. Ci imponete la bellezza, e noi vi vomitiamo in faccia i nostri mostri. Ci avete condannati al cemento e noi l'abbiamo ricoperto dei nostri simboli e dei nostri incubi e ora è NOSTRO. Noi viviamo in periferia, perché qui ci avete messo voi. Viviamo in mondi miseri, piccoli, spesso racchiusi tra la porta di casa e la metro più vicina, ed in questi mondi minuscoli le uniche due opzioni che abbiamo sono sparire, o diventare infiniti.
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Dr MezzatestaCreatura appartenente al folklore dell'Europa meridionale che non mostra mai il suo volto per intero. Supereroe vestito da Decathlon. Forse persino una persona vera. Archives
February 2014
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