

Ma se una volta raccontiamo noi, e ascoltano loro, sì, è una piccola soddisfazione.
Perché loro saranno più forti, ma noi mica meno bravi.
“Fillus de anima.
È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai.
Quando la vecchia si era fermata sotto la pianta del limone a parlare con sua madre Anna Teresa Listru, Maria aveva sei anni ed era l’errore dopo tre cose giuste. Le sue sorelle erano già signorine e lei giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna. Muovevano le zampe rossastre nell’impasto, morendo lente sotto i decori di fiori di campo e lo zucchero di sabbia. Nel sole violento di luglio il dolce le cresceva in mano, bello come lo sono a volte le cose cattive.”
Il punto è che ci piace fare i puntiglioni criticosi. E ve lo dimostro subito.
Su consiglio di Francesca “Midia la Puericultrice” Sangali, sono andato a vedere un film indipendente dal titolo Spaghetti Story, che, mi dicono, ha avuto un così discreto successo in festival fuori che lo stanno portando in giro in sale in Italia. Il film è stato girato in 11 giorni con quindicimila euro, praticamente un’impresa, ma è, vi assicuro, più che godibile. Dopo la proiezione, visto che era presenta regista, attore protagonista e produttore, è partito il dibattito Fantozziano. Il 90% delle domande a regista attore e produttore servivano a dimostrare quanto ne sapevano di cinema chi poneva la domanda. (“Ma questo montaggio dipende dal fatto che il film è stato montato praticamente con una fotocamera è una scelta?” “A volte l’attore esce di scena, è voluto?” “In quella scena l’inquadratura mi sembra un po’ bruciata”). Una è riuscita persino ad infilare nella domanda il fatto di essere una musicista, che non c’entrava un cazzo (“GUARDATEMI! GUARDATEMI!”)
Ecco, credo che Kamo Kamilla Freaky Freakella ce l’avesse con questa gente qua. Con gli snob. Con gli intellettuali di sinistra, come li chiamo io, indipendemente dall’orientamento politico. Da chi se un film non è sottotitolato in rumeno non vale la pena di vederlo. Da chi “se ti sfrantuma i coglioni è cultura”.
MA CHI SE LA INCULA, LA CULTURA! FACCIAMO UN CARRO ALLEGORICO, RIEMPIAMOLA DI PECE E PIUME BRUCIAMOLA IN UN ALLEGRO CARNEVAL DI SCUREGGE E VITA.
Perché sono d’accordo con Kamilla Kamo in Freakella Ella, questa gente è il nemico. Questa gente deve essere soppressa.
I film, il teatro, il cinema, i fumetti, non sono cultura. Sono la vita, e i figli della vita. Non sono per gli eletti, sono per gli esseri umani. Il popolino andava a vedere Shakespeare. I pastori toscani recitavano Dante a memoria. Il jazz è nato nelle bettole. Non lasciamoli a questi stronzi al loro nasetto arriciato ed ai loro occhiali da nerd. Non hanno mai raccontato niente. Non hanno mai creato niente. Riescono solo a lanciare merda chi parla agli americani, e si fa ascoltare.