JOSEPHINE MAGLIOZZI - operatore culturale

Milanese di Itri, la parlata da borgatara non confonda: corse e precariato la rendono (suo malgrado) la classica trentenne isterica del capoluogo lombardo. Si occupa di organizzazione, concetto vago quanto la Sinistra italiana, che nell’opinione comune comprende la responsabilità dei contratti di lavoro come quella del rinfresco. In realtà dovrebbe occuparsi di strategia manageriale applicata alla cultura... amici e parenti sono già confusi e preoccupati così! Nel tempo libero cerca di vivere. Ma non ha tempo libero. Almeno finché continuerà a lavorare per il teatro...
Camillo Rossi Barattini - teatro e recensioni -

Attore di teatro per lo più, dopo il liceo classico frequento il Teatro della Contraddizione a Milano, un teatro off che mi lancia verso il Piccolo Teatro: non mi faccio male, anzi al Piccolo ci resto tre anni e mi diplomo con Luca Ronconi. Ronconi non mi lancia da nessuna parte, tant’è che inizia la mia carriera da attore ramingo nei più nascosti teatri milanesi: teatro Verga, teatro Cinque, Centro Italiano Attori. Faccio una puntatina in Brianza, poi vado a sciacquare i panni nel Mincio. Non contento decido di dedicarmi al teatro di ricerca con la passione di chi non sa cosa significa: frequento Pontedera con la curiosità di chi non conosce Grotowskji e mi imbatto in personaggi sfigati per un verso (Paride) ma inusitati per l’ altro (madre Capuleti). Finisce la breve storia d’ amore con la ricerca ma non con Shakespeare, che ormai pronuncio da tempo immemorabile, e decido di recitare in versi sulle orme di Gassman: ma Vittorio fa perdere le sue tracce, cosicchè non mi rimane che iniziare a scrivere di teatro, per contrastare la mia forsennata, ma forse poco condivisa, voglia di stare sul palcoscenico.
POP UP
Laboratorio tenuto da Paola Bigatto
RELAZIONE PROGETTO DI ELISEO CANNONE
Nel Salotto Prove Giovio 15 si è svolto il laboratorio POP UP dedicato al lavoro a tavolino, condotto da Paola Bigatto. Il primo degli appuntamenti previsti per Mitigare il Buio - studio pratico per la sostenibilità artistica.
Un’occasione per osservare un testo con la guida di una regista alla ricerca di immagini tridimensionali e soluzioni sceniche e attoriali.
Il laboratorio si è svolto attraverso lo studio di alcune scene della Trilogia della villeggiatura di Goldoni e di alcune poesie proposte dai partecipanti.
La parola scritta, detta e ascoltata. Facce diverse del linguaggio e della comunicazione.
Il laboratorio si premura di fare ricerca a tavolino per comprendere al meglio quello che vuol dire l’autore, partendo proprio da quello che c’è scritto.
Trovare la forma parlata che meglio interpreta e si rende comprensibile ad un uditore.
L’attore e il regista sono come traduttori e in quanto tali sono chiamati a rendere conto delle loro scelte di traduzione.
Nella lettura di un testo teatrale la prima domanda da porsi è:
Dove agiscono i personaggi?
La risposta a questa domanda è lo spazio suggerito o necessario all’autore, nel quale gli attori si immaginano disposti.
Con questo riferimento spaziale gli attori e il regista manipolano vocalmente le battute, secondo scelte ritmiche, altezze di suono, velocità, appoggiature.
Lasciare lunghe pause tra una battuta e l’altra o rispondere con tempi brevissimi, appoggiare una parola chiave o un’altra, inventarsi una punteggiatura alternativa, fare un uso delle vocali accorto, rallentare, scandire, accelerare, chiudere in battere o in levare, ecc.
Un’operazione apparentemente tecnicistica, che permette però, attraverso l’utilizzo e la comprensione degli stratagemmi tecnici della voce e della struttura logica della lingua, di compiere scelte precise riguardo la parola detta e di definire un’immagine.
Paola ha coniato il termine “fonopolazione” per indicare questa manipolazione vocale sulla parola scritta, nella ricerca di una forma parlata che ne svisceri il più possibile il significato più vero e lo restituisca allo spettatore.
La vocalità crea lo spazio che si è stabilito, ne può suggerire un altro più interessante, e pone chi ascolta a tavolino in grado di immaginare altre soluzioni, suggestioni, azioni, oppure di supporre che la via intrapresa sia sbagliata o non chiara.
Nasce una sorta di idra a più teste che legge e ascolta, propone variazioni e sperimenta soluzioni in un clima di scoperta continua in cui non ci si accontenta mai.
Man mano si affina l’osservazione, pensando le battute come azioni e non come pensieri o intenzioni.
Per questo è importante l’utilizzo conscio del respiro, che rende fisiologica una battuta e le parole acquistano corpo e diventano finalmente portatrici di senso. La parola come vettore di significato attraverso il suo suono e la sua articolazione.
Per la poesia il sistema di osservazione è simile.
Immaginando in questo caso non una scena teatrale, ma una vera e propria regia cinematografica, Paola invita alla “fonopolazione” del testo poetico dopo aver analizzato la struttura del verso e delle proposizioni che compongono la poesia.
Laddove non ci sia la comprensione di una frase, “fonopolare” può rendersi uno strumento utilissimo che, come per le battute di un opera teatrale, fa affiorare il significato e consente di compiere una scelta espressiva.
Per osare in questo tipo di ricerca è necessario uscire dai meccanismi comuni di declamazione, porre attenzione alle parole, pensare una battuta non come una parabola prevedibile, ma come una linea spezzata mista e fare scelte precise. Sviluppare una tecnica vocale che al meglio si presti a riprodurre il maggior numero di possibilità espressive.
È un approccio consapevole e critico al testo che si propone di rendere un attore autonomo nella costruzione di una messa in scena.
Naturalmente tutto questo non prescinde dal coinvolgimento totale e partecipe del corpo dell’attore che seppure seduto è in tensione creativa e pronto ad alzarsi per completare la ricerca e contribuire alla messa in scena.
Relazione di Eliseo Cannone
Nel Salotto Prove Giovio 15 si è svolto il laboratorio POP UP dedicato al lavoro a tavolino, condotto da Paola Bigatto. Il primo degli appuntamenti previsti per Mitigare il Buio - studio pratico per la sostenibilità artistica.
Un’occasione per osservare un testo con la guida di una regista alla ricerca di immagini tridimensionali e soluzioni sceniche e attoriali.
Il laboratorio si è svolto attraverso lo studio di alcune scene della Trilogia della villeggiatura di Goldoni e di alcune poesie proposte dai partecipanti.
La parola scritta, detta e ascoltata. Facce diverse del linguaggio e della comunicazione.
Il laboratorio si premura di fare ricerca a tavolino per comprendere al meglio quello che vuol dire l’autore, partendo proprio da quello che c’è scritto.
Trovare la forma parlata che meglio interpreta e si rende comprensibile ad un uditore.
L’attore e il regista sono come traduttori e in quanto tali sono chiamati a rendere conto delle loro scelte di traduzione.
Nella lettura di un testo teatrale la prima domanda da porsi è:
Dove agiscono i personaggi?
La risposta a questa domanda è lo spazio suggerito o necessario all’autore, nel quale gli attori si immaginano disposti.
Con questo riferimento spaziale gli attori e il regista manipolano vocalmente le battute, secondo scelte ritmiche, altezze di suono, velocità, appoggiature.
Lasciare lunghe pause tra una battuta e l’altra o rispondere con tempi brevissimi, appoggiare una parola chiave o un’altra, inventarsi una punteggiatura alternativa, fare un uso delle vocali accorto, rallentare, scandire, accelerare, chiudere in battere o in levare, ecc.
Un’operazione apparentemente tecnicistica, che permette però, attraverso l’utilizzo e la comprensione degli stratagemmi tecnici della voce e della struttura logica della lingua, di compiere scelte precise riguardo la parola detta e di definire un’immagine.
Paola ha coniato il termine “fonopolazione” per indicare questa manipolazione vocale sulla parola scritta, nella ricerca di una forma parlata che ne svisceri il più possibile il significato più vero e lo restituisca allo spettatore.
La vocalità crea lo spazio che si è stabilito, ne può suggerire un altro più interessante, e pone chi ascolta a tavolino in grado di immaginare altre soluzioni, suggestioni, azioni, oppure di supporre che la via intrapresa sia sbagliata o non chiara.
Nasce una sorta di idra a più teste che legge e ascolta, propone variazioni e sperimenta soluzioni in un clima di scoperta continua in cui non ci si accontenta mai.
Man mano si affina l’osservazione, pensando le battute come azioni e non come pensieri o intenzioni.
Per questo è importante l’utilizzo conscio del respiro, che rende fisiologica una battuta e le parole acquistano corpo e diventano finalmente portatrici di senso. La parola come vettore di significato attraverso il suo suono e la sua articolazione.
Per la poesia il sistema di osservazione è simile.
Immaginando in questo caso non una scena teatrale, ma una vera e propria regia cinematografica, Paola invita alla “fonopolazione” del testo poetico dopo aver analizzato la struttura del verso e delle proposizioni che compongono la poesia.
Laddove non ci sia la comprensione di una frase, “fonopolare” può rendersi uno strumento utilissimo che, come per le battute di un opera teatrale, fa affiorare il significato e consente di compiere una scelta espressiva.
Per osare in questo tipo di ricerca è necessario uscire dai meccanismi comuni di declamazione, porre attenzione alle parole, pensare una battuta non come una parabola prevedibile, ma come una linea spezzata mista e fare scelte precise. Sviluppare una tecnica vocale che al meglio si presti a riprodurre il maggior numero di possibilità espressive.
È un approccio consapevole e critico al testo che si propone di rendere un attore autonomo nella costruzione di una messa in scena.
Naturalmente tutto questo non prescinde dal coinvolgimento totale e partecipe del corpo dell’attore che seppure seduto è in tensione creativa e pronto ad alzarsi per completare la ricerca e contribuire alla messa in scena.
Relazione di Eliseo Cannone
Dietro le quinte: l'associazione culturale dalla A alla Z
per una corretta amministrazione della compagnia
Laboratorio a cura del dott. Vittorio Renuzzi
La Forma
Le agevolazioni sono concesse alle associazioni. Accertarsi che gli enti siano effettivamente associazioni è importante per riconoscere la legittimità dei regimi applicati.
- Registrazione dello statuto
Libro soci aggiornato
Libro Verbali Assemblee
Libro Verbali Consiglio Direttivo
Bilanci e rendiconti
Lo Statuto: caratteristiche
Art. 148 TUIR
- Divieto di distribuire utili o avanzi di gestione
Obbligo di devolvere il patrimonio nel caso di scioglimento
Democraticità del rapporto associativo
Obbligo di redigere e approvare annualmente il rendiconto
Eleggibilità degli organi amministrativi
Intrasmissibilità della quota associativa
I Libri Verbali
Le assemblee dei soci devono essere convocate (prevedendo anche una seconda convocazione) in maniera chiara e certa
I libri verbali, aggiornati e firmati, devono essere tenuti nella sede legale a disposizione dei soci.
Variazioni di sede, denominazione, oggetto sociale è bene che siano indicate in un verbale depositato all’Ufficio del registro
Libro Verbali Consiglio
Relazione sull’attività ordinaria
Indicazione di scelte economiche riconducibili all’attività istituzionale
Indicazione annuale delle quote associative
Accettazione nuovi soci
Il Libro Soci
Il Libro Soci serve ad indicare quali soggetti fanno parte dell’associazione. I soci sono i destinatari principali dell’attività associativa.
Il Libro Soci deve riportare:
n.progressivo
n. tessera cognome/nome
data di iscrizione
codice fiscale
indirizzo
recapito
I controlli
La circolare 12/E del 9.4.2009 afferma che le finalità dei controlli sono esclusivamente fiscali. La forma delle associazioni interessa i controlli in quanto requisito necessario per le semplificazioni e agevolazioni fiscali previste.
La forma delle associazioni
L’attività delle Associazioni
La gestione dei compensi
L’Attività Istituzionale
I proventi derivanti dall’attività istituzionale non concorrono a formare il reddito complessivo.
Le spese relative alle attività istituzionali vanno considerate al lordo dell’IVA.
Quote associative
Contributi ottenuti per l’attività istituzionale
L’Attività Istituzionale: deroghe
Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona, non si considerano commerciali:
Attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti;
Cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati
L’Attività Commerciale: tipologia
Le associazioni possono anche svolgere solo attività commerciale. E’ comunque considerata commerciale l’attività relativa:
Servizi rivolti a non soci
Gestione di spacci aziendali e di mense
Organizzazione di viaggi e soggiorni
Gestione di fiere ed esposizioni
Pubblicità commerciale
Telecomunicazioni e radiodiffusioni
La presenza di una stabile organizzazione di vendita è indice di commerciabilità.
ART. 149 TUIR. Indipendentemente dallo statuto, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d’imposta.
Le assemblee dei soci devono essere convocate (prevedendo anche una seconda convocazione) in maniera chiara e certa
I libri verbali, aggiornati e firmati, devono essere tenuti nella sede legale a disposizione dei soci.
Variazioni di sede, denominazione, oggetto sociale è bene che siano indicate in un verbale depositato all’Ufficio del registro
Libro Verbali Consiglio
Relazione sull’attività ordinaria
Indicazione di scelte economiche riconducibili all’attività istituzionale
Indicazione annuale delle quote associative
Accettazione nuovi soci
Il Libro Soci
Il Libro Soci serve ad indicare quali soggetti fanno parte dell’associazione. I soci sono i destinatari principali dell’attività associativa.
Il Libro Soci deve riportare:
n.progressivo
n. tessera cognome/nome
data di iscrizione
codice fiscale
indirizzo
recapito
I controlli
La circolare 12/E del 9.4.2009 afferma che le finalità dei controlli sono esclusivamente fiscali. La forma delle associazioni interessa i controlli in quanto requisito necessario per le semplificazioni e agevolazioni fiscali previste.
La forma delle associazioni
L’attività delle Associazioni
La gestione dei compensi
L’Attività Istituzionale
I proventi derivanti dall’attività istituzionale non concorrono a formare il reddito complessivo.
Le spese relative alle attività istituzionali vanno considerate al lordo dell’IVA.
Quote associative
Contributi ottenuti per l’attività istituzionale
L’Attività Istituzionale: deroghe
Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona, non si considerano commerciali:
Attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti;
Cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati
L’Attività Commerciale: tipologia
Le associazioni possono anche svolgere solo attività commerciale. E’ comunque considerata commerciale l’attività relativa:
Servizi rivolti a non soci
Gestione di spacci aziendali e di mense
Organizzazione di viaggi e soggiorni
Gestione di fiere ed esposizioni
Pubblicità commerciale
Telecomunicazioni e radiodiffusioni
La presenza di una stabile organizzazione di vendita è indice di commerciabilità.
ART. 149 TUIR. Indipendentemente dallo statuto, l’ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d’imposta.
Compensi
Prestazioni occasionali
Collaborazioni a Progetto
Rimborsi spese
Contribuzione Enpals
Prestazione Gratuita
La gestione dei compensi non è un problema specifico del no-profit, e non rientra nella verifica immediata disposta dall’Agenzia delle Entrate, ma è un tema delicato che comporta gravi responsabilità.
Le prestazioni occasionali rientrano tra i Redditi Diversi. Sono erogati ai non professionisti.
Le Collaborazioni a Progetto sono assimilate al lavoro dipendente e devono:
essere legate ad un progetto specifico;
avere durata massima di 3 anni;
riguardare un'attività non tipica dell’impresa esclusa dalle categorie Enpals.
I Rimborsi spese si dividono in:
RIMBORSI NON IMPONIBILI
I rimborsi per spese documentate.
RIMBORSI NON IMPONIBILI SOLO CON CONTRATTO
I rimborsi chilometrici e i rimborsi forfetari.
Prestazioni occasionali
Collaborazioni a Progetto
Rimborsi spese
Contribuzione Enpals
Prestazione Gratuita
La gestione dei compensi non è un problema specifico del no-profit, e non rientra nella verifica immediata disposta dall’Agenzia delle Entrate, ma è un tema delicato che comporta gravi responsabilità.
Le prestazioni occasionali rientrano tra i Redditi Diversi. Sono erogati ai non professionisti.
Le Collaborazioni a Progetto sono assimilate al lavoro dipendente e devono:
essere legate ad un progetto specifico;
avere durata massima di 3 anni;
riguardare un'attività non tipica dell’impresa esclusa dalle categorie Enpals.
I Rimborsi spese si dividono in:
RIMBORSI NON IMPONIBILI
I rimborsi per spese documentate.
RIMBORSI NON IMPONIBILI SOLO CON CONTRATTO
I rimborsi chilometrici e i rimborsi forfetari.
Mitigare il buio
in anteprima nelle scuole della Provincia autonoma di Trento
di Francesca Sangalli
regia di Paola Bigatto e Massimiliano Speziani
con Eleonora Giovanardi, Serena Di Gregorio e Stefania Ugomari di Blas
Produzione GIOVIO 15
in collaborazione con ECATE
con il patrocinio e il sostegno di FeDerSerD
con il contributo di Fondazione Cariplo
Vincitore del premio Europeo Enrico Maria Salerno
Borsa di Scrittura premio Solinas
Menzione Speciale premio Dante Cappelletti
RELAZIONE SUI DIBATTITI POST-SPETTACOLO A CURA DI FEDERSERD
PROGETTO DI PREVENZIONE PRIMARIA RIVOLTO AGLI STUDENTI DELLE MEDIE SUPERIORI DEL TRENTINO
SINTESI DELLA RELAZIONE CONCLUSIVA
Obiettivo
Il progetto è stato costruito con l’obiettivo di trovare vie di comunicazione innovative per catturare l’attenzione degli studenti delle scuole medie superiori sul problema dell’uso, abuso e dipendenza da sostanze stupefacenti.
Realizzazione
La compagnia Giovio 15 ha presentato lo spettacolo teatrale “Mitigare il buio” in quattro realtà scolastiche del Trentino dal 4 al 9 ottobre.
Riflessioni generali
Gli attori hanno espresso sentimenti e tutto l’auditorio – formato da studenti, insegnanti e professionisti del Ser.T. – è stato coinvolto dalle emozioni suscitate. Il silenzio, intenso e partecipato, che ha accompagnato tutte le rappresentazioni ne è stato testimone.
Nei dibattiti successivi agli spettacoli, sono stati affrontati vari aspetti, in generale, la riflessione è stata centrata sull’importanza di un contesto familiare strutturante come contro altare alle scene che mostravano una figura materna onnipotente ed accudente ed una figura paterna periferica ed assente. I modelli familiari con figure ambivalenti e vuote affettivamente, è stato evidenziato, non sono in grado di sostenere la crescita di un ragazzo e possono indurre modalità relazionali favorenti l’uso di sostanze.
L’attenzione è stata centrata anche sulle relazioni affettive ed amicali, sulla solitudine ed il desiderio di trasgredire per acquisire visibilità ed attenzione.
La complessità dell’argomento trattato è stata interpretata attraverso la lettura di comportamenti e scelte vissuti come tentativi di adattamento ad una situazione di sofferenza.
Sintesi delle domande rivolte dagli studenti agli esperti nella discussione
il teatro come mezzo di comunicazione
il significato simbolico della scenografia e i suoi particolari
la cultura come privilegio ed occasione di crescita
il rapporto con il proprio corpo
la solitudine dei ragazzi
la rabbia non canalizzata
la musica – cantata dalle interpreti e non attraverso registratori – come messaggio
la distorsione nelle percezioni che danno le sostanze stupefacenti
il significato dei capelli davanti al viso di Benedetta mentre la stessa moriva per overdose.
perché si è parlato prevalentemente di eroina
se il finale dello spettacolo è – per l’interprete - reale o se “Babba” sogna
il ruolo genitoriale con la differenziazione dei ruoli madre-padre
l’amicizia sana, l’amicizia amorosa, l’amicizia patologica
il ruolo del cibo nella relazione, la relazione come nutrimento, la droga assunta per insaporire una vita spenta
dipendenza e disturbo alimentare come facce della stessa medaglia
la droga con funzione auto terapica per reggere i conflitti interni
la diffusione del fenomeno droga in Trentino
la rimozione come difesa dal dolore psichico
la difficoltà a stroricizzare la propria esperienza soggettiva
regia di Paola Bigatto e Massimiliano Speziani
con Eleonora Giovanardi, Serena Di Gregorio e Stefania Ugomari di Blas
Produzione GIOVIO 15
in collaborazione con ECATE
con il patrocinio e il sostegno di FeDerSerD
con il contributo di Fondazione Cariplo
Vincitore del premio Europeo Enrico Maria Salerno
Borsa di Scrittura premio Solinas
Menzione Speciale premio Dante Cappelletti
RELAZIONE SUI DIBATTITI POST-SPETTACOLO A CURA DI FEDERSERD
PROGETTO DI PREVENZIONE PRIMARIA RIVOLTO AGLI STUDENTI DELLE MEDIE SUPERIORI DEL TRENTINO
SINTESI DELLA RELAZIONE CONCLUSIVA
Obiettivo
Il progetto è stato costruito con l’obiettivo di trovare vie di comunicazione innovative per catturare l’attenzione degli studenti delle scuole medie superiori sul problema dell’uso, abuso e dipendenza da sostanze stupefacenti.
Realizzazione
La compagnia Giovio 15 ha presentato lo spettacolo teatrale “Mitigare il buio” in quattro realtà scolastiche del Trentino dal 4 al 9 ottobre.
Riflessioni generali
Gli attori hanno espresso sentimenti e tutto l’auditorio – formato da studenti, insegnanti e professionisti del Ser.T. – è stato coinvolto dalle emozioni suscitate. Il silenzio, intenso e partecipato, che ha accompagnato tutte le rappresentazioni ne è stato testimone.
Nei dibattiti successivi agli spettacoli, sono stati affrontati vari aspetti, in generale, la riflessione è stata centrata sull’importanza di un contesto familiare strutturante come contro altare alle scene che mostravano una figura materna onnipotente ed accudente ed una figura paterna periferica ed assente. I modelli familiari con figure ambivalenti e vuote affettivamente, è stato evidenziato, non sono in grado di sostenere la crescita di un ragazzo e possono indurre modalità relazionali favorenti l’uso di sostanze.
L’attenzione è stata centrata anche sulle relazioni affettive ed amicali, sulla solitudine ed il desiderio di trasgredire per acquisire visibilità ed attenzione.
La complessità dell’argomento trattato è stata interpretata attraverso la lettura di comportamenti e scelte vissuti come tentativi di adattamento ad una situazione di sofferenza.
Sintesi delle domande rivolte dagli studenti agli esperti nella discussione
il teatro come mezzo di comunicazione
il significato simbolico della scenografia e i suoi particolari
la cultura come privilegio ed occasione di crescita
il rapporto con il proprio corpo
la solitudine dei ragazzi
la rabbia non canalizzata
la musica – cantata dalle interpreti e non attraverso registratori – come messaggio
la distorsione nelle percezioni che danno le sostanze stupefacenti
il significato dei capelli davanti al viso di Benedetta mentre la stessa moriva per overdose.
perché si è parlato prevalentemente di eroina
se il finale dello spettacolo è – per l’interprete - reale o se “Babba” sogna
il ruolo genitoriale con la differenziazione dei ruoli madre-padre
l’amicizia sana, l’amicizia amorosa, l’amicizia patologica
il ruolo del cibo nella relazione, la relazione come nutrimento, la droga assunta per insaporire una vita spenta
dipendenza e disturbo alimentare come facce della stessa medaglia
la droga con funzione auto terapica per reggere i conflitti interni
la diffusione del fenomeno droga in Trentino
la rimozione come difesa dal dolore psichico
la difficoltà a stroricizzare la propria esperienza soggettiva