
di Chiara Boscaro
1. Nome, cognome, tatuaggi, cicatrici, arti mancanti, generalitá e amenità varie.
Loris Fabiani. Nato il 20 aprile 1983. No tatuaggi. Tre cicatrici, non invasive, sulla gamba sinistra. Generalmente sto bene, procede tutto secondo le aspettative.
Cerco sempre di fare i gradini pari. Cerco di evitare i dispari.
2. Da dove vieni?
Vengo da Melzo, provincia est di Milano, dove sono nato e cresciuto.
Vengo da Milano, dove ho frequentato i primi due dei quattro licei della mia vita.
Dove ho cominciato a fare teatro. Il terzo liceo è stato a Melzo. Il quarto e ultimo
a Gorgonzola. I miei licei sono durati sette anni. Dalla terza liceo in poi ho cominciato a dare priorità al teatro. Doveva essere quello il mio lavoro. Vengo da Roma, dove sono stato tre anni. Accademia Nazionale D'Arte Drammatica. Finalmente. Ho lasciato Roma subito dopo gli studi per tornare a Milano, che amo. Che mi nutre.
Vengo dalla Luna. Lì ho conosciuto Lunanzio.
3. Cosa sei?
Sono un attore. Perché il mio mestiere è recitare su un palco. Sono un teatrante. Perché tutto quello che faccio mira a sviluppare la mia idea di teatro.
Non ho altri contesti che mi stimolino, per ora.
4. Se non fossi quello che sei, cosa vorresti essere?
Vorrei essere uno sceneggiatore Marvel.
Come riferimento prendete Garth Ennis (il 95% di voi non saprà minimamente chi è).
Sceneggiare le grandi saghe dei supereroi che mi piacciono di più.
Punisher sopra tutti.
Kick-ass.
Occhio di Falco.
Crossed.
Powers.
E le grandi saghe "crossover", quelle che coinvolgono contemporaneamente più supereroi.
Adoro il linguaggio dei fumetti.
Lo trovo efficace.
5. Per il nostro lettore medio. Cos'è il teatro?
Il teatro è il luogo dove avvengono spettacoli dal vivo. Il teatro è un luogo molto difficile da valorizzare, perché lo spettacolo dal vivo, non avendo la stessa immediatezza di youtube, del cinema, del 3d, dei concerti, deve trovare la modalità con cui affascinare il pubblico. Il pubblico, giustamente, pensa al teatro come a un mezzo più lento, più complesso rispetto agli altri, quindi non lo valorizza. Il teatro è un mezzo che non morirà mai, ma che ora deve decidere se andare incontro all'era di youtube o se mantenere la propria specificità. Io non so ancora cosa sarebbe meglio per il teatro. Io sto provando sia a far innamorare il pubblico del teatro, che a far innamorare il teatro del pubblico.
6. Cosa fai in teatro?
Faccio lo scritturato. Faccio spettacoli miei. Conosco colleghi e attori di infinite nature diverse dalla mia. Cerco di unire tutto in una sintesi, che mi sia da bagaglio d'esperienze. Non faccio altro.
7. Fare gli idioti a teatro aiuta a far soldi?
Assolutamente no.
Se non elabori quello che stai offrendo al pubblico, se non "architetti un piano" riguardo a quello che stai facendo,
non vai da nessuna parte. Insomma, fare gli idioti aiuta a far soldi solo se si ha lavorato.
8. Un obiettivo concreto e uno no.
Concreto.
Avere un teatro, uno spazio, un contesto che mi dia la possibilità di mettere in scena i miei progetti. Ovviamente a Milano. Che mi dia la possibilità di esporre la mia poetica, cercando di far affezionare il pubblico alla teatralità, la teatralità al pubblico.
Non concreto.
Girare tutti i teatri d'Italia, gran parte di quelli europei, e qualche teatro nel mondo, con lo spettacolo "Lunanzio e Lusilla".
9. E dopo la pensione?
Riposerò.
Ricordando tutto ciò che è stato fatto.
Avrò voglia di ricominciare tutto, ma dovrò trattenermi.
E allora lascerò che tutto continui ad andare.
Facendo bilanci sui trentenni che allora ci saranno.
E sul trentenne che ero io.
10. Un consiglio per il lettore medio.
Prova ad essere anche basso.
Bassissimo.
Poi alto.
Altissimo.
Poi torna medio.
E vedi come si sta.
1. Nome, cognome, tatuaggi, cicatrici, arti mancanti, generalitá e amenità varie.
Loris Fabiani. Nato il 20 aprile 1983. No tatuaggi. Tre cicatrici, non invasive, sulla gamba sinistra. Generalmente sto bene, procede tutto secondo le aspettative.
Cerco sempre di fare i gradini pari. Cerco di evitare i dispari.
2. Da dove vieni?
Vengo da Melzo, provincia est di Milano, dove sono nato e cresciuto.
Vengo da Milano, dove ho frequentato i primi due dei quattro licei della mia vita.
Dove ho cominciato a fare teatro. Il terzo liceo è stato a Melzo. Il quarto e ultimo
a Gorgonzola. I miei licei sono durati sette anni. Dalla terza liceo in poi ho cominciato a dare priorità al teatro. Doveva essere quello il mio lavoro. Vengo da Roma, dove sono stato tre anni. Accademia Nazionale D'Arte Drammatica. Finalmente. Ho lasciato Roma subito dopo gli studi per tornare a Milano, che amo. Che mi nutre.
Vengo dalla Luna. Lì ho conosciuto Lunanzio.
3. Cosa sei?
Sono un attore. Perché il mio mestiere è recitare su un palco. Sono un teatrante. Perché tutto quello che faccio mira a sviluppare la mia idea di teatro.
Non ho altri contesti che mi stimolino, per ora.
4. Se non fossi quello che sei, cosa vorresti essere?
Vorrei essere uno sceneggiatore Marvel.
Come riferimento prendete Garth Ennis (il 95% di voi non saprà minimamente chi è).
Sceneggiare le grandi saghe dei supereroi che mi piacciono di più.
Punisher sopra tutti.
Kick-ass.
Occhio di Falco.
Crossed.
Powers.
E le grandi saghe "crossover", quelle che coinvolgono contemporaneamente più supereroi.
Adoro il linguaggio dei fumetti.
Lo trovo efficace.
5. Per il nostro lettore medio. Cos'è il teatro?
Il teatro è il luogo dove avvengono spettacoli dal vivo. Il teatro è un luogo molto difficile da valorizzare, perché lo spettacolo dal vivo, non avendo la stessa immediatezza di youtube, del cinema, del 3d, dei concerti, deve trovare la modalità con cui affascinare il pubblico. Il pubblico, giustamente, pensa al teatro come a un mezzo più lento, più complesso rispetto agli altri, quindi non lo valorizza. Il teatro è un mezzo che non morirà mai, ma che ora deve decidere se andare incontro all'era di youtube o se mantenere la propria specificità. Io non so ancora cosa sarebbe meglio per il teatro. Io sto provando sia a far innamorare il pubblico del teatro, che a far innamorare il teatro del pubblico.
6. Cosa fai in teatro?
Faccio lo scritturato. Faccio spettacoli miei. Conosco colleghi e attori di infinite nature diverse dalla mia. Cerco di unire tutto in una sintesi, che mi sia da bagaglio d'esperienze. Non faccio altro.
7. Fare gli idioti a teatro aiuta a far soldi?
Assolutamente no.
Se non elabori quello che stai offrendo al pubblico, se non "architetti un piano" riguardo a quello che stai facendo,
non vai da nessuna parte. Insomma, fare gli idioti aiuta a far soldi solo se si ha lavorato.
8. Un obiettivo concreto e uno no.
Concreto.
Avere un teatro, uno spazio, un contesto che mi dia la possibilità di mettere in scena i miei progetti. Ovviamente a Milano. Che mi dia la possibilità di esporre la mia poetica, cercando di far affezionare il pubblico alla teatralità, la teatralità al pubblico.
Non concreto.
Girare tutti i teatri d'Italia, gran parte di quelli europei, e qualche teatro nel mondo, con lo spettacolo "Lunanzio e Lusilla".
9. E dopo la pensione?
Riposerò.
Ricordando tutto ciò che è stato fatto.
Avrò voglia di ricominciare tutto, ma dovrò trattenermi.
E allora lascerò che tutto continui ad andare.
Facendo bilanci sui trentenni che allora ci saranno.
E sul trentenne che ero io.
10. Un consiglio per il lettore medio.
Prova ad essere anche basso.
Bassissimo.
Poi alto.
Altissimo.
Poi torna medio.
E vedi come si sta.