
di Chiara Boscaro
Un frizzante mix di capitalismo e insalata di patate. Qui si parla di sagomatori, di panelle e di cervelli in fuga... in controtendenza. Intervista a Petra Trombini, mezza tedesca e mezza camuna, scenografa, macchinista, espatriata a Palermo.
1. Chi sei?
Di solito, quando mi fanno questa domanda, ce l'ho scritto in fronte, su un pezzetto di carta appiccicato con lo scotch. Chi sono? Sono una
donna? Sono un personaggio di fantasia? Sono un supereroe? Sono la protagonista di un fumetto? Sono ispirata ad una storia vera? Passo.
2. Da dove vieni?
Vengo dalla Valcamonica, in provincia di Brescia. Si, quel posto dove vanno i milanesi a sciare e a stupirsi che le mucche esistano veramente. Mia mamma è tedesca. Vivo a Palermo. E una volta sono stata rapita dagli alieni.
3. Cosa fai?
Che faccio...faccio un sacco di cose, in realtà. Nessuna delle quali è considerata un lavoro. Immagino mondi. Li disegno, li costruisco, li muovo e li illumino. Detto così, potrei essere Dio. E in effetti neanche quello è considerato un lavoro.
4. Parliamo di cervelli in fuga. Convinci il nostro lettore medio che trasferirsi a Palermo lavorando in teatro è una scelta intelligente.
Vediamo: sono passata da monolocale vista muro in periferia milanese a bilocale vista mare in centro storico palermitano. Con terrazza. E a metà prezzo. La spesa quotidiana a Ballarò, anche quando m'inculano (si può dire?) mi costa quanto un chilo di pane all'Esselunga. La gente vive le piazze, suona, canta e sorride e soprattutto non ha nessuna fretta di fare assolutamente niente. Si mangiano cose fritte ma la chiamano dieta mediterranea. E dopo ogni pasto si fa una pennichella. Serve dire altro? Mare. Mare. Mare. Mare.
5. Dacci una prova tangibile del fatto che stai davvero a Palermo e non è solo una cosa fighetta da dire all'aperitivo: a quanto vengono oggi i tenerumi a Ballarò?
Dovrebbe bastarti il fatto che so cosa sono i tenerumi. Comunque. Alla carta, 60 centesimi al chilo, che significa 1 euro. Per i turisti 5 euro.
6. Da cosa non ti separi mai?
Dal mio sorriso.
7. Hai venti parole per pubblicizzare un progetto che ti sta a cuore.
Non riesco a decidere quali amici deludere. E con questo ho già sprecato 7 parole. Anzi 15.
I numeri valgono come parole?
8. Hai venti parole per descrivere quello che vuoi fare del tuo futuro.
Chiederei piuttosto al mio futuro cosa vuole fare lui di me. Non risponde? Pazienza, quello che capita andrà benissimo.
9. Saluta il nostro lettore medio.
E chi è?
10. Dai, su, adesso puoi dirlo. Tu non sei andata davvero a vivere in Sicilia. Ti paga l'ufficio del turismo? L'ufficio immigrazione? La mafia?
Ma che ne so. Posso solo dirti che in questo momento sono in un gelido paesello nel cuore della Slovacchia (n.d.r. come scenografa della Compagnia Babygang, per lo spettacolo "La Quinta Mafia") e ho una fottutissima voglia di pane e panelle.
Un frizzante mix di capitalismo e insalata di patate. Qui si parla di sagomatori, di panelle e di cervelli in fuga... in controtendenza. Intervista a Petra Trombini, mezza tedesca e mezza camuna, scenografa, macchinista, espatriata a Palermo.
1. Chi sei?
Di solito, quando mi fanno questa domanda, ce l'ho scritto in fronte, su un pezzetto di carta appiccicato con lo scotch. Chi sono? Sono una
donna? Sono un personaggio di fantasia? Sono un supereroe? Sono la protagonista di un fumetto? Sono ispirata ad una storia vera? Passo.
2. Da dove vieni?
Vengo dalla Valcamonica, in provincia di Brescia. Si, quel posto dove vanno i milanesi a sciare e a stupirsi che le mucche esistano veramente. Mia mamma è tedesca. Vivo a Palermo. E una volta sono stata rapita dagli alieni.
3. Cosa fai?
Che faccio...faccio un sacco di cose, in realtà. Nessuna delle quali è considerata un lavoro. Immagino mondi. Li disegno, li costruisco, li muovo e li illumino. Detto così, potrei essere Dio. E in effetti neanche quello è considerato un lavoro.
4. Parliamo di cervelli in fuga. Convinci il nostro lettore medio che trasferirsi a Palermo lavorando in teatro è una scelta intelligente.
Vediamo: sono passata da monolocale vista muro in periferia milanese a bilocale vista mare in centro storico palermitano. Con terrazza. E a metà prezzo. La spesa quotidiana a Ballarò, anche quando m'inculano (si può dire?) mi costa quanto un chilo di pane all'Esselunga. La gente vive le piazze, suona, canta e sorride e soprattutto non ha nessuna fretta di fare assolutamente niente. Si mangiano cose fritte ma la chiamano dieta mediterranea. E dopo ogni pasto si fa una pennichella. Serve dire altro? Mare. Mare. Mare. Mare.
5. Dacci una prova tangibile del fatto che stai davvero a Palermo e non è solo una cosa fighetta da dire all'aperitivo: a quanto vengono oggi i tenerumi a Ballarò?
Dovrebbe bastarti il fatto che so cosa sono i tenerumi. Comunque. Alla carta, 60 centesimi al chilo, che significa 1 euro. Per i turisti 5 euro.
6. Da cosa non ti separi mai?
Dal mio sorriso.
7. Hai venti parole per pubblicizzare un progetto che ti sta a cuore.
Non riesco a decidere quali amici deludere. E con questo ho già sprecato 7 parole. Anzi 15.
I numeri valgono come parole?
8. Hai venti parole per descrivere quello che vuoi fare del tuo futuro.
Chiederei piuttosto al mio futuro cosa vuole fare lui di me. Non risponde? Pazienza, quello che capita andrà benissimo.
9. Saluta il nostro lettore medio.
E chi è?
10. Dai, su, adesso puoi dirlo. Tu non sei andata davvero a vivere in Sicilia. Ti paga l'ufficio del turismo? L'ufficio immigrazione? La mafia?
Ma che ne so. Posso solo dirti che in questo momento sono in un gelido paesello nel cuore della Slovacchia (n.d.r. come scenografa della Compagnia Babygang, per lo spettacolo "La Quinta Mafia") e ho una fottutissima voglia di pane e panelle.