
di Chiara Boscaro
Che in italiano sta tipo per "il teatro non fa per me".
Che???
Parliamone.
Non ho mai sentito nessuno dire che non gli piace il cinema, o la musica.
Al massimo a uno non piacciono gli horror, ma questo non ha mai tolto a nessuno il piacere del limone duro alla pomeridiana del cinema parrocchiale. Magari a uno non piace la "Primavera" di Vivaldi, ma qualcosa dovrà pur cantare, sotto la doccia.
Ergo, bisogna correre ai ripari. Ragazzi, so che da piccoli vi hanno deportato a vedere una versione brutta del "Berretto a sonagli", magari in inglese (?) perché in inglese era ancora più brutto ma si cumulavano le ore e venivano la prof di lettere, quella di arte e quella di inglese e allora soffriamo e va
bene così....
...ma quello non è teatro.
Basta riprovarci.
Certo, il teatro ha un'aura un po' sfigata. La polvere. La CULTURA. I maroni che cadono. Però scusate, qui si sbaglia la premessa. A vedere i musicals ci andate, e quelli non stanno su un palco? E i comici? E Zelig? Quello è un palco con della gente sopra che fa delle cose e della gente sotto che guarda.
E' che in Italia si pensa che le cose divertenti devono essere stupide e tutto il resto è noia.
Siate curiosi, per carità. C'è un mondo, là fuori.
Paura? Ok, è vero, può sempre capitarvi la tritatura di palle della roba socialmente impegnata e col ricatto morale dentro. Donne maltrattate. Poveri migranti. Orfani cisposi. Animaletti inermi e privi di qualche organo vitale.
Capita.
Oddio, capita molto di più in televisione, dove i poveri Trippy sciancati e tisici ululano a tutto spiano. Inutile. La vita fa schifo. Non sarete mai un chihuahua di Paris Hilton.
Passiamo oltre.
Anche i performer estremi anni '70 per fortuna sono un rischio sempre più raro. Mai visto quello che beve vernice e la caca a spruzzo, giuro.
Può capitare qualche nudo, ma è sicuramente molto più onesto di qualsiasi modella pubblicitaria. Onesto quasi quanto un calendario per camionisti, che da quando si taglia il riscaldamento per risparmiare qua ci si striminzisce tutto.
Ma attenzione.
Può capitare che il teatro faccia pensare. Non è un difetto di fabbrica, è fatto per quello. È nato in Grecia, con la polis e tutta quella roba là. La comunità ci rispecchiava. Oh, così la insegnano alla scuola d'arte drammatica. La comunità a teatro vede e riflette se stessa. Per questo i teatri migliori sono quelli sempre aperti, col bar e i vecchietti che ballano il tango e i pazzerelli che passano a scroccare il caffè.
A questo serve.
Bene.
La messa è finita.
Andate in pace.
E andate soprattutto a vedere "Grasse risate, lacrime magre!" con Fabio Paroni e Paolo Faroni (sì, non è uno scherzo, i nomi sono veri al Teatro Elfo Puccini. Sono in scena fino a domenica 27. Sono intelligenti. Fanno teatro. Fanno ridere. E tirano dritto pure se cambiate canale.
Qui tutte le info http://www.elfo.org/stagioni/20132014/nuovestorie/grasserisatelacrimemagre.html
Che in italiano sta tipo per "il teatro non fa per me".
Che???
Parliamone.
Non ho mai sentito nessuno dire che non gli piace il cinema, o la musica.
Al massimo a uno non piacciono gli horror, ma questo non ha mai tolto a nessuno il piacere del limone duro alla pomeridiana del cinema parrocchiale. Magari a uno non piace la "Primavera" di Vivaldi, ma qualcosa dovrà pur cantare, sotto la doccia.
Ergo, bisogna correre ai ripari. Ragazzi, so che da piccoli vi hanno deportato a vedere una versione brutta del "Berretto a sonagli", magari in inglese (?) perché in inglese era ancora più brutto ma si cumulavano le ore e venivano la prof di lettere, quella di arte e quella di inglese e allora soffriamo e va
bene così....
...ma quello non è teatro.
Basta riprovarci.
Certo, il teatro ha un'aura un po' sfigata. La polvere. La CULTURA. I maroni che cadono. Però scusate, qui si sbaglia la premessa. A vedere i musicals ci andate, e quelli non stanno su un palco? E i comici? E Zelig? Quello è un palco con della gente sopra che fa delle cose e della gente sotto che guarda.
E' che in Italia si pensa che le cose divertenti devono essere stupide e tutto il resto è noia.
Siate curiosi, per carità. C'è un mondo, là fuori.
Paura? Ok, è vero, può sempre capitarvi la tritatura di palle della roba socialmente impegnata e col ricatto morale dentro. Donne maltrattate. Poveri migranti. Orfani cisposi. Animaletti inermi e privi di qualche organo vitale.
Capita.
Oddio, capita molto di più in televisione, dove i poveri Trippy sciancati e tisici ululano a tutto spiano. Inutile. La vita fa schifo. Non sarete mai un chihuahua di Paris Hilton.
Passiamo oltre.
Anche i performer estremi anni '70 per fortuna sono un rischio sempre più raro. Mai visto quello che beve vernice e la caca a spruzzo, giuro.
Può capitare qualche nudo, ma è sicuramente molto più onesto di qualsiasi modella pubblicitaria. Onesto quasi quanto un calendario per camionisti, che da quando si taglia il riscaldamento per risparmiare qua ci si striminzisce tutto.
Ma attenzione.
Può capitare che il teatro faccia pensare. Non è un difetto di fabbrica, è fatto per quello. È nato in Grecia, con la polis e tutta quella roba là. La comunità ci rispecchiava. Oh, così la insegnano alla scuola d'arte drammatica. La comunità a teatro vede e riflette se stessa. Per questo i teatri migliori sono quelli sempre aperti, col bar e i vecchietti che ballano il tango e i pazzerelli che passano a scroccare il caffè.
A questo serve.
Bene.
La messa è finita.
Andate in pace.
E andate soprattutto a vedere "Grasse risate, lacrime magre!" con Fabio Paroni e Paolo Faroni (sì, non è uno scherzo, i nomi sono veri al Teatro Elfo Puccini. Sono in scena fino a domenica 27. Sono intelligenti. Fanno teatro. Fanno ridere. E tirano dritto pure se cambiate canale.
Qui tutte le info http://www.elfo.org/stagioni/20132014/nuovestorie/grasserisatelacrimemagre.html