
- Chi sei?
- Elisabetta Sias.
- Quanti anni?
- Trentatre.
- Che mestiere fai?
- Insegno danza del ventre, detta anche danza orientale: se non la conoscete sappiate che ha diversi stili che hanno una storia particolare.
- Cosa ti piace di più di questa professione?
- Ho il privilegio di avere a che fare con persone che stanno facendo qualcosa di divertente per se stesse. E di essere obbligata a continuare a studiare qualcosa che ancora dopo anni mi sorprende.
- Cosa ti piace di meno?
- La mancanza dell’altra temuta parte del mondo (gli uomini) si sente nel mondo della danza orientale. L’arte deve rivolgersi a un pubblico misto, anche e soprattutto se vuoi comunicare qualcosa che nasce dal femminile.
- Come fai a sopravvivere alla crisi?
- Tengo stretta la mia serenità e la sviluppo in questa disciplina. Nell’insegnamento uso tanta testa e tutto ciò che ho studiato oltre alla danza del ventre stessa (compreso latino, greco, equazioni, canto antico, cose imparate vivendo...). Faccio anche altro per mantenermi. Pare che sia brava anche in ufficio.
- Il commento più idiota che ti hanno fatto
- Meglio che non te lo dico. Potrebbero esserci delle signore che leggono.
- La soddisfazione più grande
- Trovare un pubblico enorme e caloroso e portare quella gioia e quel calore nella tua danza. Riuscire a trasmettere alle allieve un’idea di danza non a tutti i costi performante.
- Che evento stiamo per vedere?
- Vedrete ballare, durante un bell’aperitivo che parte dalle panelle siciliane per arrivare al taboulè, il vispo gruppetto di allieve che mi porto dietro e tre magnifiche danzatrici professioniste, oltre alla sottoscritta.
- Dove?
- Al Cafè Tomas & Devid in piazza XXIV maggio, sui Navigli. Andate all’angolo verso Via Col di Lana, altrimenti non lo troverete mai! Venerdì 12 luglio alle otto e mezza.
- Quante fatiche ci sono volute? Giorni, mesi, antibotici, caffè, crisi, litigi, pianti, pizzate, telefonate, shopping....
- In effetti mi sono attaccata alla giugulare del nostro fornitore dei costumi per qualche settimana per far arrivare a Milano un pacco, sfoggiando l’hard-core delle mie esperienze da assistente di direzione che sa diventare all’occorrenza molto diplomatica ma anche che minacciosa. A parte ciò, preparare e arrivare questa serata è un vero piacere…staremo a vedere.
- Raccontaci un'avventura ridicola.
- Come danzatrice, arrivare a una festa privata per un sessantenne, trovare all’entrata due giovanissime bionde in tuta di lattice, chiappette al vento e frusta, e dover decidere in un nanosecondo “ok ragazze, che facciamo?”
- Hai 2 righe per convincere gli appassionati a vederti e 2 per convincere
mio zio. - Dovete solo decidere di fare l’aperitivo nel posto giusto (che è nel centro dei navigli a Milano), lo spettacolo ve lo regalano le danzatrici. Venite armati di curiosità, e sappiate che potrete farvi belli durante le vacanze parlando della differenza tra vari stili della danza del ventre se leggete bene il programma e osservate le danzatrici. Per uno zio direi che è essenziale.