
di Chiara Boscaro
Sono trascorsi ormai alcuni giorni dall’ultimo appuntamento con Spacciatori di Sogni, la rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea organizzata dal Coordinamento Autori Milanesi e dal CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea). Questi giorni di decantazione ci sono serviti per far asciugare il fango sulle mimetiche e grattarlo via, lucidare gli anfibi e ricaricare le batterie di autori militanti in tutti i sensi. Gli autori dell’ultima serata, Roberto Marafante e Paolo Bignami, per raggiungere l’ARCI La Scighera che ha ospitato l’iniziativa, hanno dovuto affrontare le intemperie, le folle dell’aperitivo, innumerevoli offerte di spritz e profferte di procaci groupies e farsi strada verso il palchetto e verso la fama mondiale. La battaglia si è svolta secondo le norme dei trattati internazionali, con fairplay anglosassone anche quando i fans di Salgari hanno cominciato a rumoreggiare dall’altra sala “Perché alla drammaturgia il bar e ai Pirati della Malesia no?”, e si è conclusa con una vittoria sul filo del rasoio per “Un tesoro di vecchietto (Oro colato)" di Marafante. Il maestro Davide Livornese, che ha curato la colonna sonora della serata, è purtroppo ancora lì. Abbiamo cercato di trattare con i responsabili della Scighera, non hanno intenzione di liberarlo finché non restituisce tutte le posate. Lui dice che le ha comprate in un mercatino, che gli servono per suonare. Il barista non cede. Noi raccogliamo le scommesse.
Nel frattempo però abbiamo chiesto ai due autori coinvolti nello slam drama, Marafante e Bignami di prestarsi a un ulteriore confronto. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
1. Chi sei?
M: Mi chiamo Roberto Marafante, ma chi io sia veramente è difficile dirlo.
B: All'anagrafe sono Paolo Bignami, ma sono anni che non vado all'anagrafe.
2. Che cosa fai per campare?
M: Sono un regista (teatrale e cinematografico) un commediografo, sono stato attore e anche musicista e la cosa più incredibile è che ho fatto solo questo per campare e ora riesco a mantenerci la famiglia (alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia).
B: Faccio il domatore di adolescenti in una scuola superiore e scrivo.
3. Perchè lo fai?
M: Ormai non so fare altro.
B: Ammaestro gli adolescenti perché siano più docili una volta lasciati in libertà. Scrivo perché mi piace, è quasi un bisogno fisiologico, ma non vorrei essere frainteso, cerco di fare qualcosa di bello. Probabilmente mi permette anche di risparmiare sullo psicanalista. Inizialmente pensavo di scrivere per cambiare il mondo, ma i risultati delle ultime dodici elezioni politiche mi hanno reso più ragionevole.
4. Quando sei stato selezionato a Spacciatori di Sogni cosa hai pensato?
M: Finalmente qualcuno ha scelto me.
B: Finalmente una bella notizia!
5. Descrivi il tuo testo in 30 parole.
M: Una prostituta, per le sue prestazioni, riceve da un vecchio uno sperma che è oro a 24 carati, ma non sarà per questo fortunata. Favola erotica: l’avidità punisce o premia?
B: Durante una conferenza sulle donne, la vita quotidiana della relatrice prende spazio nelle sue parole e sulla scena, così scopriamo una donna che è lavoratrice, madre, zia, single, moglie, esploratrice ... (30 parole, giusto?).
6. Il complimento più grande che ti hanno fatto in questa occasione. Il commento più idiota?
M: Il commento più grande è stato: - All’inizio… ho detto… mah… poi… Però!! – Quello più idiota: - Carino. –
B: Il complimento: gradevolissimo. Il commento più idiota l'ho fatto io, ma non ve lo dico per non fare brutta figura.
7. Questa iniziativa cosa ti ha portato?
M: Attendo.
B: Divertimento e una buona torta al cioccolato. Oltre a fama, successo, gloria, ricchezza di spirito.
8. Cosa invece non ti è piaciuto?
M: Più che non piaciuto, avevo sperato in una situazione scenica più accattivante… ma la colpa è stata anche della pioggia.
B: Quando è finita la torta al cioccolato.
9. Dove ti potremo vedere prossimamente?
M: A Milano al Teatro Martinitt ho due commedie, in autunno come regista di un testo vincitore di un premio appena istituito e in dicembre con la ripresa di un mio testo che due stagioni fa ha avuto molto successo: “Due mariti e un Matrimonio”… per il resto, ditemi dove, che vi tengo informati.
B: A Como e a Cantù.
10. Perché cavolo hai risposto a queste domande?
M: Perché a 59 anni ancora speri che ogni cosa possa servire per portarti alla gloria!
B: Ero curioso di sapere cosa avrei risposto.
Sono trascorsi ormai alcuni giorni dall’ultimo appuntamento con Spacciatori di Sogni, la rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea organizzata dal Coordinamento Autori Milanesi e dal CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea). Questi giorni di decantazione ci sono serviti per far asciugare il fango sulle mimetiche e grattarlo via, lucidare gli anfibi e ricaricare le batterie di autori militanti in tutti i sensi. Gli autori dell’ultima serata, Roberto Marafante e Paolo Bignami, per raggiungere l’ARCI La Scighera che ha ospitato l’iniziativa, hanno dovuto affrontare le intemperie, le folle dell’aperitivo, innumerevoli offerte di spritz e profferte di procaci groupies e farsi strada verso il palchetto e verso la fama mondiale. La battaglia si è svolta secondo le norme dei trattati internazionali, con fairplay anglosassone anche quando i fans di Salgari hanno cominciato a rumoreggiare dall’altra sala “Perché alla drammaturgia il bar e ai Pirati della Malesia no?”, e si è conclusa con una vittoria sul filo del rasoio per “Un tesoro di vecchietto (Oro colato)" di Marafante. Il maestro Davide Livornese, che ha curato la colonna sonora della serata, è purtroppo ancora lì. Abbiamo cercato di trattare con i responsabili della Scighera, non hanno intenzione di liberarlo finché non restituisce tutte le posate. Lui dice che le ha comprate in un mercatino, che gli servono per suonare. Il barista non cede. Noi raccogliamo le scommesse.
Nel frattempo però abbiamo chiesto ai due autori coinvolti nello slam drama, Marafante e Bignami di prestarsi a un ulteriore confronto. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
1. Chi sei?
M: Mi chiamo Roberto Marafante, ma chi io sia veramente è difficile dirlo.
B: All'anagrafe sono Paolo Bignami, ma sono anni che non vado all'anagrafe.
2. Che cosa fai per campare?
M: Sono un regista (teatrale e cinematografico) un commediografo, sono stato attore e anche musicista e la cosa più incredibile è che ho fatto solo questo per campare e ora riesco a mantenerci la famiglia (alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia).
B: Faccio il domatore di adolescenti in una scuola superiore e scrivo.
3. Perchè lo fai?
M: Ormai non so fare altro.
B: Ammaestro gli adolescenti perché siano più docili una volta lasciati in libertà. Scrivo perché mi piace, è quasi un bisogno fisiologico, ma non vorrei essere frainteso, cerco di fare qualcosa di bello. Probabilmente mi permette anche di risparmiare sullo psicanalista. Inizialmente pensavo di scrivere per cambiare il mondo, ma i risultati delle ultime dodici elezioni politiche mi hanno reso più ragionevole.
4. Quando sei stato selezionato a Spacciatori di Sogni cosa hai pensato?
M: Finalmente qualcuno ha scelto me.
B: Finalmente una bella notizia!
5. Descrivi il tuo testo in 30 parole.
M: Una prostituta, per le sue prestazioni, riceve da un vecchio uno sperma che è oro a 24 carati, ma non sarà per questo fortunata. Favola erotica: l’avidità punisce o premia?
B: Durante una conferenza sulle donne, la vita quotidiana della relatrice prende spazio nelle sue parole e sulla scena, così scopriamo una donna che è lavoratrice, madre, zia, single, moglie, esploratrice ... (30 parole, giusto?).
6. Il complimento più grande che ti hanno fatto in questa occasione. Il commento più idiota?
M: Il commento più grande è stato: - All’inizio… ho detto… mah… poi… Però!! – Quello più idiota: - Carino. –
B: Il complimento: gradevolissimo. Il commento più idiota l'ho fatto io, ma non ve lo dico per non fare brutta figura.
7. Questa iniziativa cosa ti ha portato?
M: Attendo.
B: Divertimento e una buona torta al cioccolato. Oltre a fama, successo, gloria, ricchezza di spirito.
8. Cosa invece non ti è piaciuto?
M: Più che non piaciuto, avevo sperato in una situazione scenica più accattivante… ma la colpa è stata anche della pioggia.
B: Quando è finita la torta al cioccolato.
9. Dove ti potremo vedere prossimamente?
M: A Milano al Teatro Martinitt ho due commedie, in autunno come regista di un testo vincitore di un premio appena istituito e in dicembre con la ripresa di un mio testo che due stagioni fa ha avuto molto successo: “Due mariti e un Matrimonio”… per il resto, ditemi dove, che vi tengo informati.
B: A Como e a Cantù.
10. Perché cavolo hai risposto a queste domande?
M: Perché a 59 anni ancora speri che ogni cosa possa servire per portarti alla gloria!
B: Ero curioso di sapere cosa avrei risposto.