
di Chiara Boscaro
È che uno dice TEATRO e sembra che ha detto tutto. Ma c’è teatro e teatro. C’è l’opera, che è il teatro che ci invidiano i giapponesi. Quello di Verdi e Puccini, o’ melodramma, le gelide manine, le traviate e le enormi cantanti bionde con l’elmo bicornuto e le tette a punta. Poi c’è il grande teatro classico, quello degli stabili tipo il Piccolo Teatro di Milano o dei grandi teatri delle piccole città, quelli con i palchetti (dove si limona benissimo di nascosto) e i lampadari con le gocce di cristallo e gli ori e i velluti e gli abbonati. Quelli sono i classiconi della prosa, quelli con tanti attori e i costumi d’epoca e le scenografie semoventi, gli Shakespeare filologici, i Pirandelli e gli Eduardi e le commedie americane upper-class con le attrici bellone ma over-40 (milf, insomma), tipo i letti a tre piazze e i vizietti e le mogli in vacanza. Poi c’è il teatro di regia, che è un sottogruppo degli stabili ma ve lo spiego un’altra volta.
È che uno dice TEATRO e sembra che ha detto tutto. Ma c’è teatro e teatro. C’è l’opera, che è il teatro che ci invidiano i giapponesi. Quello di Verdi e Puccini, o’ melodramma, le gelide manine, le traviate e le enormi cantanti bionde con l’elmo bicornuto e le tette a punta. Poi c’è il grande teatro classico, quello degli stabili tipo il Piccolo Teatro di Milano o dei grandi teatri delle piccole città, quelli con i palchetti (dove si limona benissimo di nascosto) e i lampadari con le gocce di cristallo e gli ori e i velluti e gli abbonati. Quelli sono i classiconi della prosa, quelli con tanti attori e i costumi d’epoca e le scenografie semoventi, gli Shakespeare filologici, i Pirandelli e gli Eduardi e le commedie americane upper-class con le attrici bellone ma over-40 (milf, insomma), tipo i letti a tre piazze e i vizietti e le mogli in vacanza. Poi c’è il teatro di regia, che è un sottogruppo degli stabili ma ve lo spiego un’altra volta.

Poi ci sono i musical con i cartelloni pubblicitari giganti, spesso Disneyani, spesso on-ice, che vanno da quelli belli di Broadway a quelli
brutti per ragazzine. Poi ci sono le operette, che stanno a metà tra l’opera e le commedie americane upper-class (tipo vedove allegre e posti da aggiungere a tavola che allora l’Ikea non c’era mica e hai voglia a trovare le sedie). Poi c’è la nuova drammaturgia che è quel teatro, di solito, che viene scritto da gente ancora viva. Poi c’è il teatro di ricerca, che sono i figli di quelli che facevano gli happenings tutti nudi nei fienili vicino Woodstock, e che di passi avanti ne hanno fatti e portano tutto quel mondo di riflessione sui “linguaggi della scena” facendo degli esperimenti, appunto. Spesso tendono a mischiare arti e tecniche, per cui è difficile da spiegare, magari vi ritrovate in mezzo a una cosa a metà tra una performance e un reading e una light-installazione, che sembrano tutte cose strane, ma poi non è altro che un tipo che legge poesie con una lampada di design dietro e un’altra tizia che suona le carote, che detto così fa schifo ma magari è bello e vi cambia la vita, ma provateci voi a
descriverlo in un modo appetibile e comprensibile.
brutti per ragazzine. Poi ci sono le operette, che stanno a metà tra l’opera e le commedie americane upper-class (tipo vedove allegre e posti da aggiungere a tavola che allora l’Ikea non c’era mica e hai voglia a trovare le sedie). Poi c’è la nuova drammaturgia che è quel teatro, di solito, che viene scritto da gente ancora viva. Poi c’è il teatro di ricerca, che sono i figli di quelli che facevano gli happenings tutti nudi nei fienili vicino Woodstock, e che di passi avanti ne hanno fatti e portano tutto quel mondo di riflessione sui “linguaggi della scena” facendo degli esperimenti, appunto. Spesso tendono a mischiare arti e tecniche, per cui è difficile da spiegare, magari vi ritrovate in mezzo a una cosa a metà tra una performance e un reading e una light-installazione, che sembrano tutte cose strane, ma poi non è altro che un tipo che legge poesie con una lampada di design dietro e un’altra tizia che suona le carote, che detto così fa schifo ma magari è bello e vi cambia la vita, ma provateci voi a
descriverlo in un modo appetibile e comprensibile.

Poi c’è il teatro di figura, animazione, ecc. Sono tutte quelle forme di teatro dove l’attore si usa “indirettamente”, perché in scena ci vanno pupazzi, burattini, marionette, ombre e ammennicoli vari. Oltre Sganapino e Fagiolino c’è di più. Poi c’è la danza e il teatrodanza. Per intenderci, il Lago dei Cigni e Pina Bausch, che sono due cose un po’ diverse, ma sempre con della gente che si muove. Poi c’è tutto questo, ma per ragazzi e bambini. Cioè opera, prosa, musical, operetta, nuova drammaturgia, sperimentazione, figura e danza. E poi boh, se volete sapere qualcosa di più specifico chiedete, che i commenti ci sono per quello, che mica stiamo qui a pettinare le bambole, dico.